martedì 28 novembre 2017

ombre


Le ombre non esistono, sono parziale assenza di luce, esiste la superficie illuminata e quella non illuminata direttamente dai raggi ma che riceve la parte di visibilità che le spetta dalla diffusione attraverso l’aria. Serve il vuoto assoluto per avere l’assenza completa di luce e un’ombra totale, senza incertezze.
 
Tra di noi le ombre restano, arrivano quando arriva la luce, si affievoliscono sino a confondersi col buio quando scende la notte, ma restano.
Ci precedono e ci seguono. Ognuno di noi ha la sua o le sue ombre, mutevoli ma fedeli, immancabili.
E sono legate a noi, indissolubilmente. 
Sono parte di noi, senza di noi non potrebbero esistere, e per noi sono naturali, scontate, amiche spesso all’apparenza indifferenti.
Noi siamo già in parte ombra, ci prepariamo al momento nel quale pure noi lo diventeremo, e ci attaccheremo alla vita di chi cammina ancora per seguirlo, accompagnarlo, sorvegliarlo, anticiparlo, dare consigli muti e spesso inascoltati, ma ci saremo, esattamente come le molte ombre che ci stanno attorno.

La fisica diventa metafisica perché non basta dare una spiegazione logica per capire. Ci si accontenta spesso dell’apparenza, è necessaria per non perdersi nella pazzia, ma da sola questa farebbe più danni della pazzia stessa quindi deve venir mitigata e corretta.
Ed allora, da oggi, ho deciso che ogni tanto guarderò meglio le ombre che non mi lasciano mai, e ti cercherò tra loro.

Immagine: René Magritte - The Empire of Light


                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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