venerdì 10 novembre 2017

Momenti (per sempre?)




Incipit
Io - Ho visto un vecchio seduto su una panchina.
La panchina si trova sul viale di accesso al cimitero.
Ho chiesto, non so per quale motivo, cosa stava facendo.
Aspetto, mi ha risposto semplicemente.
Tu - Ma allora sei stupido…

Dialogo mai avvenuto, evocato in un sogno
Ma non è possibile che questa sia la diagnosi, non è accettabile.
E invece è così, dobbiamo accettarlo, devo accettarlo.
Ma tu non te ne devi andare, devi restare con me. Io cosa farò?
Tu vivrai. Io piuttosto non ci sarò più. E non vorrei che avvenisse, ma tra poco non ci sarò più.
Ma tu ha mille cose da fare che ti aspettano da anni. Che desideravi fare da tanto tempo ed hai rimandato sino alla pensione. Ed ora? Abbiamo viaggi ancora da progettare.
Li farai da solo, Silvano. Li farai senza di me.
Non li farò invece.
Vorrei che tu li facessi. E mi piacerebbe dire un’altra cosa che vorrei: lasciare qualche cosa di me, messaggi nel tempo per il tempo nel quale non ci sarò
Non ti azzardare a farmi questo.
Ma se spesso litighiamo su tutto. A volte mi ignori.
Sai che non è come dici. Quello che faccio me lo posso permettere solo grazie a te. Senza non sarei lo stesso.
Eppure dovrai accettarlo.
Non credo…

Ipotesi
Agire e non pensare. Usare le mani e occupare la mente. Uscire e, quando tu mi torni presente, non sapere come reagire se non in quell’unico modo possibile. Distrarsi con piccole cose inutili. Occupare momenti discutendo con persone su temi che un tempo mi occupavano la mente ma che ora non mi sento spinto a seguire seriamente.
Trovare i vecchi amici superati dal tempo, e non desiderare di rivederli. Forse tornerà il loro tempo prima che il mio sia finito, o forse è il loro ad essere finito, mentre io guardo altrove. E altrove arriverò. In qualche modo. Con te.

Momenti
Nella successione di momenti che vivo continuo a tracciare parallele che non si toccano se non all’infinito. Leggo un romanzo maturo, e ne sono felice. Dialogo al telefono, e mi fa piacere. Predispongo spazi, che non so come userò. O chi userà. La vita regala e poi toglie. E ciò che regala cambia aspetto, o destinazione. E ciò che toglie è ingiusto. Non ho ancora capito se sarebbe stato meglio non avere avuto, per non perdere nulla, o avere avuto e poi perso, per sempre.
In alcuni momenti penso al per sempre. Ma il per sempre è su dimensione umana, solo in questa modalità mi è concesso. Io vivo in questa dimensione.

In direzione ostinata, giusta o sbagliata non mi interessa
Quello che ho vissuto prima di te lo trovo insoddisfacente. Mi sentivo limitato, frenato, non capito.
Poi sei arrivata tu.
Ora devo parlare di te al passato, e non mi va per nulla. Tu sei presente.

La canzone del sole
Questa la conoscevo da prima, prima di te. Potrei tranquillamente superarla se non fosse che ti piaceva e l’ascoltavamo viaggiando (ho ancora le audiocassette C60 e C90), e poi tu l’ascoltavi stirando. Ora è tua, e quindi resta completamente mia, per sempre.



                                                                                                  Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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