Riesci ad immaginare cosa
si prova?
Eppure anche tu hai
vissuto quei momenti, e stavi o da una parte o dall’altra, o forse solo
guardavi, felice di non essere protagonista nel bene o nel male.
Sai di cosa parlo, certo
che lo sai. Tutta la tua vita ne è stata influenzata.
(Anonimo vissuto a cavallo tra due secoli)
Vivere
in una parentesi lo si capisce solo dopo averla vissuta, non prima, non nella
sua completa percezione. Forse che la nostra vita la intuiremo sino in fondo
solo dopo la nostra morte? O che invece la intenderanno esclusivamente gli
altri, quelli che resteranno? In entrambi i casi non so dire, non avendo fede
in vite future non posso né negare né credere di potermi giudicare o vedere
dopo la mia morte, e neppure riesco ad immaginare che chi resterà potrà capire
sino in fondo cosa ho vissuto, come ho accettato o no quello che avveniva, cosa
provavo, e perché ho fatto le mie scelte. Nessuna risposta, solo le domande
sono facili, utili a dubitare.
Potrei
trovare carnefici nei miei anni infantili, potrei rivedere i semi che solo dopo
sarebbero germogliati nel bisogno di mantenere le distanze e di partire sempre
con molta diffidenza mancando di fiducia nelle amicizie, pur avendone bisogno
come immagino tutti. E potrei anche vedere la mia facile caduta in lusinghe
messe in atto in modo subdolo da chi ha saputo usarmi esclusivamente per
colpirmi in falsi affari.
Se
rinascessi ora con l’esperienza di ora e rivivessi quegli anni come andrebbe? Saprei
essere onesto o diventerei lo stronzo sempre pronto a risvegliarsi appena mi
distraggo?
Tu sei stata la mia
parentesi, la mia parte sana di vita, che mi ha ridato la fiducia perduta e che
alimenta, ancora oggi, quello che vorrei essere e non sarò mai.
Caddi
in abissi, come molti, e risalii, in parte rimuovendo completamente dalla
coscienza ciò che fui. Ebbi varie rinascite, e ad ogni nuova vita smarrii una
parte della mia verginità e fiducia, della mia innocenza. E poi mi si chiede
come mai conservo le cose. Ecco il motivo. Ho perso la mia vita che fu, non
posso perdere gli oggetti che mi possono riportare almeno ciò che vissi
pienamente e mi fece crescere. Ed ecco perché non potrò mai vivere, se non muto
atteggiamento, in un piccolo paese abitato da persone che sanno tutto di tutti,
poche persone abituate a vivere assieme sin dagli anni dell’infanzia.
In
questo mondo in veloce evoluzione sempre meno persone avranno questa
fortuna-legame. Poco a poco tutti saremo profughi, anche chi pensa di essere
nel giusto e di non accettare chi arriva da lontano o da molto lontano.
L’abisso
di oggi è diverso, si può aprire all’improvviso ed eliminare le ultime difese,
le ultime certezze, i pochi appigli. O forse no, rimanere solo una minaccia
virtuale e mai reale.
Non
pensavo che sarei arrivato a questo, non lo avrei mai preventivato. Eppure io
ci sono stato ad ArteSella, ho visitato il Liechtenstein, ho visto la
Normandia, e tu eri con me, come oggi, e questo forse conta più del resto. Il resto
è riempitivo.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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