Prologo
– una domanda difficile da formulare
- Buongiorno,
scusi, io non so a chi devo rivolgermi, mi può aiutare? –
Gloria,
durante il suo primo giorno di lavoro come incaricata dalla Cooperativa Interinale Spes si ritrova
davanti l’uomo avanti con gli anni, tra i settanta e gli ottanta, vestito secondo
la moda di vari lustri fa.
- Mi
dica, e se posso… devo avvisarla però che sono qui da pochissimo, quindi non so
se potrò risponderle. –
Gli
sorride dimostrando cortesia, e lui continua.
- Io
certamente ne so meno di lei, qui non ero mai entrato – fa l’uomo con molta
calma – mi chiedevo se posso incontrare un esperto di tempo e della sua
ripartizione. –
- Un
esperto di tempo? –
- Esatto!
Voi avete esperti di misura e conservate vari campioni nei vostri magazzini
blindati, da quello che ho letto. –
-
-- Questa
è la sede dell’Agenzia Internazionale… -
-
Lo
so dove sono – sorride a sua volta - chiedevo solo se posso incontrare un
vostro esperto di tempo. -
- Mi
perdoni, ma lei mi può spiegare cosa desidera esattamente e chi è o chi
rappresenta? Il mio compito è indirizzare i visitatori nei vari uffici e vorrei
aiutarla, ma prima devo annunciare chi chiede di essere ricevuto e l’oggetto
della visita… -
…
Atto
primo – il tempo perso
- Mi
scusi se la ricevo qui, ma mi trova nel bel mezzo di una piccola catastrofe che
tocca a me affrontare. Sono abituato alle difficoltà, ma questa è di un tipo
nuovo. Le posso dedicare pochissimo tempo, mi spiace. Quando ho detto che l’avrei
ricevuta non pensavo mi capitasse questo problema. Lei mi ha incuriosito. Cosa desidera
sapere esattamente? –
- Ho
già tentato di spiegare anche compilando quel modulo all’ingresso, ma sono
perplesso, le confesso, perché non so dire meglio. Ci posso provare però. –
-
L’ascolto.
–
- Secondo
lei noi viviamo per un giusto periodo di tempo? C’è una sorta di equità nel
tempo da vivere che tocca ad ognuno di noi? Chi vive cento anni viene compensato usando gli stessi parametri di
chi vive solo un anno, o pochi giorni, o che nasce già morto? –
-
-Io
mi occupo di fisica quantistica, e so che l’intero universo si comporta come un
immenso orologio, ma non capisco il senso della sua domanda, mi perdoni. Confesso
che ho interessi legati anche alla filosofia ed alla teologia, inoltre penso
che il tempo non esista come dimensione fisica, quindi temo che noi stiamo
parlando due lingue diverse. Stiamo perdendo tempo entrambi, insomma… -
….
Atto
secondo – un fiore oggi, non in futuro
Zeno
si ritrova più confuso di prima, e prima non aveva le idee chiare. Passeggia senza
meta per più di un’ora dopo essere uscito dalla sede dell’Agenzia, e riflette
su quello che il ricercatore gli ha detto. In effetti non si sono capiti, eppure
qualche cosa ha ricevuto, qualche indicazione di metodo gli è stata suggerita.
Senza
un motivo logico apparente entra in una fioreria, compra una dalia recisa e la
fa confezionare in modo semplice. Poi ritorna sui suoi passi, entra nuovamente
nel grande edificio e si avvicina alla postazione di Gloria.
- È
per lei, signorina. Un semplice omaggio alla sua cortesia. Le auguro una
giornata felice. –
Lei
accetta stupita il fiore, arrossisce un po’ e non sa cosa dire.
Lui
intanto esce e ritorna in strada. È convinto di aver fissato un attimo nel
tempo che scorre senza un motivo e diretto non sa dove. Probabilmente verso ciò che si chiama
futuro.
Ha
capito che non c’è quello che immaginava, non se ne può ottenere prova almeno. Non
esiste giustizia legata al tempo. Forse in alcuni casi c’è, ora, una forma di
compensazione alla gioia ed al dolore, ma esistono troppi fattori in gioco,
troppe possibilità, troppe persone che dovrebbero ricevere compensi e troppe
che dovrebbero essere fermate, prima che diventino un danno.
Non
capisce neppure come mai ha deciso, stamattina, di andare all’Agenzia. Eppure gli
era sembrata una cosa logica. Assurdamente logica.
Atto
terzo – la visita ed il dialogo
- Sai,
oggi ne ho fatta una delle mie. Non sorridere di me, per favore. Mi manchi e lo
sai, vivo come se dovessi espiare e pensavo che fosse una sorta di
compensazione tra ciò che ho dato e ciò che ho avuto. Ho associato la tua
partenza prima del dovuto con la mia permanenza qui e non vi trovo giustizia. Mi
sono illuso di poterla trovare nel posto sbagliato, ma sono stati gentili con
me, ed io ho capito che non potevo insistere. Hanno dedicato momenti per loro
preziosi ad un rompiscatole che all’inizio li ha incuriositi, immagino. In
definitiva non si può dire nulla di sicuro, assolutamente nulla, e forse è
giusto così. Vivo di progetti a breve. E tu non pensare di lasciarmi.
-
Non
saprei come…
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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