Il cammino di Santiago

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Stavo spostando scatoloni vuoti per far spazio, oggi, e da un nostro passato lontano eppure presente e vivo ancora oggi, Viz, è spuntata una busta trasparente di plastica della Catedral di Santiago de Compostela.

Stavo quasi per buttarla, non rendendomi conto di cosa si trattava.

Quando l'ho capito sono sprofondato nei ricordi, ti ho rivista e mi sono rivisto come eravamo. Ora quella piccola busta che conteneva certamente piccoli ricordi, o cartoline illustrate, è diventata un altro dei legami che ti trattiene e non ti lascia fuggire altrove, in un altro mondo parallelo, che forse neppure esiste, secondo alcuni, o forse sì, secondo altri.

Tuttavia, per la miseria, ci siamo stati a Santiago, ed era il 1980. Tutto è avvenuto, tutto è qui con me ora, come allora e come domani. 

Poco (troppo) tempo fa abbiamo guardato assieme un film sul Cammino per Santiago, ed è piaciuto ad entrambi. A nessuno è venuta in quel momento l’idea di percorrere il cammino, magari una fantasia, quella sì, ma nulla di più.

Ora invece quel cammino mi attira, mi piacerebbe farlo, mi piacerebbe camminare come so fare molto bene e intanto pensare a te e a me, a ciò che abbiamo avuto e in parte dato.

Forse pure io, se potessi camminare su quelle strade e quei sentieri, in modo laico come mi conviene, potrei arrivare a pensare come il protagonista di quella pellicola e capire la differenza tra la vita che viviamo e quella che scegliamo di vivere.

Ciao,Viz.

How ‘bout no longer being masochistic?
How ‘bout remembering your divinity?
How ‘bout unabashedly bawling your eyes out?
How ‘bout not equating death with stopping?

Thank you India
thank you providence
thank you disillusionment
thank you nothingness
thank you clarity
thank you, thank you silence

                                                                                              Silvano C.©  

 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)