La fisica sfiora la metafisica e la scienza si confonde nella fantascienza. Non succede sempre, e non sempre i risultati sono accettabili o condivisibili ma a volte simili contaminazioni sono giuste e naturali; possono diventare irrinunciabili se finalmente vengono conosciute.
Mi
dicono che il reale è solo qui ed ora, che ogni altra sua manifestazione o non
è più raggiungibile o non lo è ancora oppure non lo è mai stata e mai lo sarà. Prendendo
per corretto solo il reale qui ed ora non so tuttavia quale posto assegnare a
chi è passato e mi ha lasciato la sua eredità nelle mie idee e in quello che
sono diventato, in quello che possiedo e nelle scoperte che ancora devo fare. Se
leggo un testo classico forse che il suo autore non è qui ed ora anche se è
vissuto tre secoli fa? Non ho alcuna risposta certa.
Qui
ed ora io ti penso, considero l’inutilità di alcune emozioni, mi sembra che
le stagioni seguano apparentemente un ciclo mentre si ripresentano sempre nuove
e diverse, e il lunario che tra meno di un mese sostituiremo con quello nuovo mi appare artificiale
molto più di quanto ci convenga ammettere.
Durante
una festa di capodanno di non troppi anni fa, lo ricordi certamente, regalai ad
alcuni amici il calendario dell’anno ormai concluso, non dell’anno che stava iniziando. L’idea
mi era piaciuta molto e non la ritenevo una semplice spiritosaggine o un modo
per trasformare in concreto una battuta; avrei veramente voluto
regalare, avendone il potere, un nuovo anno da rivivere, da cambiare in ciò che
si desiderava o poteva. Ora che questo anno in parte maledetto si avvia verso
la fine non so se lo rivorrei indietro. Se potessi scegliere ne prenderei ovviamente
un altro.
Tu però mi hai accompagnato, giorno dopo giorno, esattamente ogni giorno, immancabilmente ogni giorno, instancabilmente, ed era ciò che volevo.
Dovrei farmelo bastare perché non è poco.
Tu però mi hai accompagnato, giorno dopo giorno, esattamente ogni giorno, immancabilmente ogni giorno, instancabilmente, ed era ciò che volevo.
Dovrei farmelo bastare perché non è poco.

Quella sequenza ritorna, ora, e malgrado non abbia intenzione di cercare le diapositive che la conservano so dove sono. Noi stiamo dietro la reflex e osserviamo lo spettacolo davanti a noi. Viviamo come se fosse la prima volta ciò che si ripete da milioni di anni e per altri milioni ancora continuerà a riproporsi, anche senza bisogno di spettatori.
La
sola cosa che importa è che noi lo stiamo fotografando, ma non è un evento
straordinario, siamo solo noi a renderlo tale, ed esclusivamente per noi.
Impossibile
da trasmettere a chiunque altro. Non è trasferibile ciò che viviamo. Sbagliato dirlo,
o svelarlo. Ingiusto trasgredire un segreto che ha bisogno di restare tale solo
perché non interessa ad altri. L’emozione si può intuire, quella è patrimonio
comune, il pensiero e le parole del momento no, anche se pure le parole sono di
uso comune e non celano arcani.
Chi guarda due persone complici parlare piano tra loro può intuire, se un po’ le conosce, il tema del loro dialogare fitto, vi si può avvicinare con una buona approssimazione, certo, ma non potrà mai averne certezza.
Quindi il nostro parlare resti solo nostro, e ciò che rimane sia pure affidato a quello che si può intuire e, prima o poi, lasciato al completo oblio. Ma non qui, e non ora.
Chi guarda due persone complici parlare piano tra loro può intuire, se un po’ le conosce, il tema del loro dialogare fitto, vi si può avvicinare con una buona approssimazione, certo, ma non potrà mai averne certezza.
Quindi il nostro parlare resti solo nostro, e ciò che rimane sia pure affidato a quello che si può intuire e, prima o poi, lasciato al completo oblio. Ma non qui, e non ora.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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