Novità poche, solite cose. Ieri mentre stavo arrivando dove non
sei vedo da lontano una donna con un cane. Stava legandolo fuori dal cancello,
e lui stava tranquillo, lasciava fare. Io avvicinandomi le ho detto: Lo
faccia entrare. Lei mi risponde che c’è l’avviso che ne vieta l’ingresso,
ed è vero, l’avviso c’è. Io continuo però: Lo faccia entrare, non dà
fastidio a nessuno. Lei mi guarda, sorride, slega il cane ed entra con lui.
Ecco, non le ho detto tutte le cose che avrei voluto dirle, avrei rischiato di
non essere capito e quello che ritenevo essenziale lo avevo già detto. Le
parole non pronunciate e solo pensate sono queste: Lo faccia entrare, non
solo non darà fastidio ma farà piacere a chi è già dove tu non sei, e farà
piacere pure al cane sentirsi partecipe nella visita e non escluso. Queste
parole le ho pensate e non le ho dette, ma l’effetto desiderato l’ho ottenuto.
Più tardi, ormai uscito, mi è capitato di reincontrarla col suo bel cagnone che
mi stava seguendo. Ci siamo scambiati un buongiorno, e tutto è finito
lì. Eppure, con un’associazione pericolosa, mi viene da pensare, come farebbe
forse Bergonzoni, alla frase “Non luogo a procedere”. E perché mai in
quel luogo, che è un non luogo, non si potrebbe procedere? Chi vi si trova
ospite non potrà che provare piacere a non sentirsi del tutto escluso dalla
vita che continua, ne sono quasi certo lasciando tuttavia un piccolo dubbio a
beneficio di non so chi. Ci sono luoghi speciali nei quali ognuno entra o non
entra e si costruisce le proprie regole, adatta il proprio pensiero. In alcuni
di questi luoghi i gatti entrano liberamente, e moltissimi uccelli. Anche i
cani allora, quando sanno rispettare e stare al loro posto. Ciao, Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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