Lo so, è difficile da esprimere, ma le cose vanno dette, col
massimo del rispetto, ma vanno dette, o magari anche solo sussurrate. Io ci provo.
Ammiro per il loro coraggio tutti i giornalisti inviati di
guerra, i fotografi, gli operatori che a vario titolo e con i mezzi più diversi
ci aggiornano e ci mostrano cosa significa una guerra e la barbarie di bombardare
popolazioni civili, eseguire stermini di massa o epurazioni etniche, e
realizzare attentati per la propria causa, qualunque sia. Sono veri eroi, che
non stanno al sicuro in redazioni lontane a leggere solo le agenzie di stampa. Sono
i nostri occhi sul mondo. Senza di loro saremmo più poveri e meno attenti. Alcuni
di questi giornalisti, anche non in veri teatri di guerra, vengono uccisi da
sicari prezzolati dal potere, perché svelano le responsabilità del potere.
Reputo un eroe anche chi perde la vita nel tentativo di
disinnescare una bomba inesplosa, perché è un operatore di pace, che vuol
salvare altre vite, non ucciderle, mentre è sbagliato che un giornalista vada
accanto ad un artificiere mentre compie un suo tentativo di disinnesco, non
serve la sua morte in quel momento.
Serve ricordarlo però, quel giornalista, per il suo impegno
di raccontare, quello sì, sempre, e col massimo rispetto possibile, perché comunque
ha dato la sua vita per la nostra conoscenza della stupidità atroce del male.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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