Pragmaticamente so che nessuno è del tutto esente da piccole
o grandi colpe, a volte veramente piccole, in altri casi
inaccettabilmente grandi.
Senza entrare nello specifico, perché ognuno si può
informare come crede, se vuole, e trovare tutte le informazioni che desidera a
conferma di questa osservazione, ogni donna ed ogni uomo di fede
sincera dovrebbe fare un passo indietro, e sgombrare il campo da ogni premessa
di tipo religioso se desidera veramente porre fine alla spirale di violenze che
sembra non volersi fermare, in troppe parti del mondo.
L’uomo di fede è innanzitutto un uomo, anche quando ricopre
la massima autorità ed è seguito da milioni di fedeli. E parlo non a caso di
uomo, perché quasi sempre è un uomo al vertice di una struttura religiosa.
Inoltre, specialmente se rappresenta un’istituzione con
secoli o millenni alle spalle, non può ignorare gli errori storici,
le persecuzioni, le guerre, le torture e le atrocità commesse a danno di altri
esseri umani colpevoli solo di non professare quella sua stessa fede, o di
appartenere a popolazioni non ancora illuminate dalla luce della verità portata
dalla spada.
Oggi la barbarie sembra ripercorrere strade antiche,
medievali o addirittura precedenti, e la vita umana quasi non ha valore. La sola
differenza rispetto al passato è la diffusione mediatica dei fatti, con notizie che arrivano istantaneamente, mentre avvengono, o poche ore dopo.
Anche quando questo non succede possiamo ugualmente immaginarlo, e dopo in ogni caso ne troviamo le prove, sotto forma di
fosse comuni, ormai senza responsabili apparenti.
Non è dalla premessa religiosa
che ci arriverà la salvezza - ammesso che non sia già troppo tardi - ma dall’uomo
che dimentica almeno un po' la sua fede e ritorna uomo. Ma, cosa essenziale, prima di scordare la sua fede serve
un’ammissione di colpa. Non certo per colpe personali, bensì per le colpe del
passato commesse in nome della fede che lo sorregge oggi.
Per molti questo è inaccettabile ed è quasi illusorio aspettarselo perché supera ogni concetto di dialogo interreligioso. Scavalca lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, per rimanere nel campo della religione cattolica, che evidentemente non è stato sufficiente, vista le notizie che ogni giorno ci entrano nelle case.
Per molti questo è inaccettabile ed è quasi illusorio aspettarselo perché supera ogni concetto di dialogo interreligioso. Scavalca lo stesso Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, per rimanere nel campo della religione cattolica, che evidentemente non è stato sufficiente, vista le notizie che ogni giorno ci entrano nelle case.
Non parlo poi dell’integralismo - ovviamente condannabile in
ogni sua forma - che può essere anche laico quando diventa ostinato ed
intransigente ateismo imposto e non liberamente scelto.
In questi giorni si ricorda uno statista italiano nato in
Trentino quando questo era ancora sotto l’Impero Asburgico, che fu tra Padri Costituenti
e tra i fondatori dell’Europa moderna. L’episodio che contrappose all’allora
papa Pio XII quest’uomo di fede incrollabile rimane nella storia, ed è la prova
che, quando serve, prima della fede viene qualcosa di ancora più importante: la
dignità delle proprie idee e dell'uomo.
Per la pace nel mondo serve questo tipo di umiltà (cioè ammissione delle colpe) e di
fermezza. Le armi possono venire solo dopo, e mai in nome di Dio.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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