Questo post non vuole essere un’indicazione enogastronomica esaustiva di Ferrara quanto piuttosto un brevissimo tour della nostalgia ed un omaggio alla città.
Non sarò obiettivo, lo devo anticipare, ma seguirò solo motivazioni affettive e
personali, quindi nessuno si senta dimenticato se qui non viene ricordato. Del
resto non sono un gran frequentatore di ristoranti e locali pubblici, e non
intendo recensire nessuno, solo dire dove mi capita di andare a pranzo o a cena quando
posso, e mi fa piacere condividere con te che mi leggi questo mio girovagare.
Comincio dal posto più fuori mano, ma sempre a 15 minuti dal
centro, a piedi. Vi sono da più tempo affezionato, ed è la Gigina,
appena fuori le mura, in via San Giacomo 51, a due passi dal multisala Darsena
City, in un edificio rimasto miracolosamente intatto dopo le modifiche che hanno
toccato la viabilità (e non solo) di quella zona. Ci andavo da giovane, per un
panino ed una birra, la sera. Ora, come allora del resto, ci si trova cucina
tipica ferrarese.
Non male, tra le altre offerte, l’abbondante fritto misto all’italiana.
Non male, tra le altre offerte, l’abbondante fritto misto all’italiana.
Qui trovi due link relativi alla Gigina (La pagina su Facebook, La Gigina Photo)
Spostandosi da tutt'altra parte, arrivando di fronte alla chiesa di San
Benedetto, in Corso Porta Po, angolo Don Tazzoli, trovi la Cantinetta,
bar paninoteca, per un pranzo o una cena veloci. Specialità il pano della casa,
con pane toscano. Ottima la birra. Qui un riferimento in rete.

Molto simile, la Pizzeria Giuseppe di Benini Gianluca in Via Carlo Mayr 71, a due passi dall’ingresso del
Cinema Apollo. Qui una recensione del locale.
Anche qui pizze piccole e ceci, ma una salette interna e più spazio per i clienti. Quando non ci vado da un pò mi manca.
Anche qui pizze piccole e ceci, ma una salette interna e più spazio per i clienti. Quando non ci vado da un pò mi manca.

I cappellaci di zucca li consiglio.
Cappelli, in via Ripagrande 4-6, non è solo ristorante, ma
anche panificio e pasticceria, e verso mezzogiorno è frequentato da impiegati
che lavorano in zona. Anche qui, cucina tipica, oltre a pasta fresca e dolci da portare via. Questo il sito.


“La sera seguente, appena finito di cenare mi spinsi in
bicicletta fino a un centinaio di metri dal ristorante. Volevo controllare se
Malnate ci fosse, non altro: e difatti, dopo aver appurato che effettivamente
c’era (sedeva come d’abitudine a un tavolo all’aperto, con addosso l’eterna
sahariana color crema), anziché raggiungerlo, tornai indietro, andando ad
appostarmi in cima ad uno dei tre ponti levatoi del Castello, quello appunto di
fronte a Giovanni. Calcolavo che in questo modo avrei potuto osservarlo molto
meglio, senza pericolo di esser notato. E così fu. Col petto appoggiato
all’altezza del cuore contro lo spigolo di pietra della
spalletta, lo osservai a lungo mentre mangiava. Guardavo, laggiù, lui, gli altri avventori schierati in fila col muro alle spalle, il veloce andirivieni fra i tavoli dei camerieri in giacca bianca, e mi pareva, sospeso com’ero, nel buio, sull’acqua vitrea del fossato, di essere quasi a teatro, spettatore clandestino di una rappresentazione piacevole e insensata. Malnate era ormai alla frutta. Spilluzzicava di malavoglia un grosso grappolo d’uva, un chicco dopo l’altro, e ogni tanto, certo aspettandosi di vedermi arrivare, volgeva vivamente il capo a destra e a sinistra.” Da, Il giardino dei Finzi-Contini, di Giorgio Bassani. Qui la presentazione del locale.
spalletta, lo osservai a lungo mentre mangiava. Guardavo, laggiù, lui, gli altri avventori schierati in fila col muro alle spalle, il veloce andirivieni fra i tavoli dei camerieri in giacca bianca, e mi pareva, sospeso com’ero, nel buio, sull’acqua vitrea del fossato, di essere quasi a teatro, spettatore clandestino di una rappresentazione piacevole e insensata. Malnate era ormai alla frutta. Spilluzzicava di malavoglia un grosso grappolo d’uva, un chicco dopo l’altro, e ogni tanto, certo aspettandosi di vedermi arrivare, volgeva vivamente il capo a destra e a sinistra.” Da, Il giardino dei Finzi-Contini, di Giorgio Bassani. Qui la presentazione del locale.
Sotto ho inserito anche una
piccola piantina della città di Ferrara, dove ho evidenziato con piccoli segni
rossi i locali. A te individuare dove si trovano, se ti interessano.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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