lunedì 25 agosto 2014

Il pacifista che raggiunse la pace


Conosco Ersilio Mazzetti e mi è subito simpatico. 
È un collega che sorride, sempre alla mano, disponibile con i ragazzini, pronto ad accompagnare le classi nelle uscite, non vota mai per la bocciatura di nessuno, salvo nei casi di interesse dell’alunno stesso, quando anche la famiglia concorda sulla decisione o, capita, è un aiuto mantenere un anno in più in ambiente protetto qualche ragazzo che altrove avrebbe difficoltà ad inserirsi. 

La scuola è anche questo, non solo compiti e prevaricazione, è anche umanità, nel senso più ampio del termine.
Lui insegna Educazione Fisica, un tempo Ginnastica, ora Attività Motoria, domani non si sa, forse Diversamente Immobili (L’arte di cambiare il nome alle cose che esprimiamo noi italiani è unico, specialmente in campo burocratico).

Ma torno al Mazzetti. È simpatico ed amicone di tutti. 
Durante le sue ore di attività in palestra o in cortile vengo a sapere che applica la massima democrazia possibile: fa scegliere ai ragazzi cosa desiderano fare. Puntualmente in 99 casi su 100 la maggioranza ottiene di giocare a calcio o calcetto (mai capita la differenza). La cosa un po’ mi turba, perché in tal modo tutti gli altri sport, tutte le altre attitudini e competenze, ogni voce non uniformata al coro e anche la necessità di dare alcuni principi fondanti della vita di relazione vengono bellamente ignorati. 

Qualche nuovo dubbio inizia a venirmi quando scopro che per una sua presa di posizione sulla pace si fa sequestrare (non ho mai saputo esattamente i particolari dell’episodio) un televisore, che gli viene sigillato ma non portato via dalla guardia di finanza. Un vecchio televisore in BN, tra l’altro, ma tanto basta per farne una sorta di martire per la causa della pace. Il Mazzetti, in questa occasione, viene deriso da un altro collega molto più attento alle questioni di sostanza, che lo critica ironicamente per il suo molto fumo e poco arrosto. 

Pochi anni dopo scopro che il pacifista tutto d’un pezzo ha comprato all’asta, a prezzi ovviamente molto più bassi di quelli di mercato, un appartamento accanto al suo, e mi sento male, letteralmente. Conosco per esperienza diretta cosa significa ritrovarsi con un appartamento messo all’asta a causa di un fallimento del quale non si ha colpa alcuna, e so che se ogni asta di questo genere andasse deserta, gli sfortunati ed incolpevoli “proprietari” non perderebbero il loro bene, non trovando acquirenti. Ma gli acquirenti come il Mazzetti, coerenti uomini di pace e di democrazia, non perdono l’occasione che si presenta loro di approfittare delle disgrazie altrui, e comprano. 

Il nostro eroe, che nel frattempo non è più tanto simpatico, si separa dalla moglie. I diversi figli vengono lasciati allo stato brado e senza una guida indispensabile alla loro età. Hanno difficoltà scolastiche e manifestano vari tipi di problemi, ma sono liberi di esprimere come desiderano la loro personalità, e la filosofia del padre assente diventa applicazione ed espressione tangibile di uno stile di vita sempre meno condivisibile.

Ma non è finita ancora, perché l’Ersilio, arrivato ai requisiti minimi per la pensione, abbandona il lavoro e diventa, molto prima di aver compiuto 50 anni, un baby pensionato (le leggi lo consentono ancora, non siamo ai nostri giorni), e così l’uomo di pace raggiunge la vera pace, senza la rottura di dover andare a scuola ad insegnare.

Ormai quando sento il suo nome mi scattano numerosi tic nervosi, ma intanto scopro che, in pensione, diventa molto attivo in associazioni per la pace in Medio Oriente, in Pakistan, in America Latina ed in ogni Paese dove purtroppo c’è una guerra o una situazione di diritti umani calpestati. Diventa talmente attivo da portare in giro ovunque danze ed aggiornamenti sulla pace, tiene seminari e svolge attività encomiabili e meritevoli. 

La cosa che non mi torna è che, già pensionato dello Stato, lui si faccia pagare per queste attività, e non le svolga come semplice e doveroso volontariato. 
Ma per pace, ovviamente, questo ed altro.

                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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