mercoledì 6 agosto 2014

Le domeniche a piedi (o in bicicletta)



Nell’inverno tra il 1973 ed il 1974 in Italia ed in altri paesi vivemmo un momento di crisi petrolifera causata dalla chiusura del canale di Suez a sua volta dovuta alle guerre arabo-israeliane. Fu la cosiddetta “austerity”, che appiedò praticamente tutti i comuni mortali ogni domenica e per molti mesi.

Le abitudini mutarono drasticamente, in pochi giorni, e l’auto si poté usare sino allo scoccare della mezzanotte tra il sabato e la domenica, poi non più. I cinema anticiparono la chiusura serale, la televisione pubblica (l’unica in quel periodo) si adeguò ai nuovi orari meno notturni, e molti locali non vicino ai centri ne ebbero danni notevoli.

Ricordo l’atmosfera di quei giorni, e le lunghissime pedalate in bicicletta su strade percorse da pochi autobus e qualche taxi. Non si rimase chiusi nelle case, come forse succederebbe oggi in una situazione analoga, semplicemente collegati in rete. Si uscì invece, e fu occasione per scoprire zone della propria città sino ad allora poco frequentate, e questo malgrado la scarsa diffusione anche del telefono fisso (Ad esempio in famiglia noi lo installammo solo qualche anno dopo).

Si rinsaldarono legami con chi abitava vicino, ma poi ci si organizzò per andare a trovare, sempre in bicicletta, chi abitava più lontano. Fu quella l’occasione che mi fu offerta per andare, pedalando, dalla città a Borgo Scoline, oltre l’abitato di Porotto, sino alla zona dell’abitazione del mio vecchio maestro delle elementari, Adriano Franceschini. Non lo andai a trovare però, ed ora me ne pento, perché non ero solo, ma con diversi amici, e mi sembrò poco adatto invadere così la sua casa.

Sono passati 40 anni, un’intera vita, tante cose sono cambiate e non tutte in meglio. Non furono anni facili quelli, ed è inutile rimpiangerli come un’età dell’oro, forse però la nostra storia avrebbe potuto prendere una direzione un po’ diversa dopo quei giorni di crisi energetica. Ogni tanto - sempre più spesso ad essere sincero - penso che allora abbiamo tutti perduto un’occasione. E pure la crisi attuale, che potrebbe offrire a sua volta lo stimolo per modificare alcune storture ben visibili, non la viviamo come dovremmo.


                                                                         Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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