L’intelligenza artificiale affascina da secoli, e
l’imitazione delle capacità umane da parte di macchine ha origini antiche. Si
arriva ad ipotizzare che in un futuro ancora non ben definito macchine androidi
possano sostituire e poi superare l’uomo stesso.
Tutto questo, se confrontato con le realtà di crisi
politica, economica, religiosa, sociale e demografica attuali è abbastanza
schizofrenico, ma le contraddizioni non ci hanno mai fermato, sino ad ora,
quindi non so prevedere il domani.
Cosa impedisce, sul piano puramente teorico, che l’uomo si
evolva e generi un essere a lui pari e poi addirittura superiore? È ininfluente
ammettere o negare un disegno intelligente se ci consideriamo un semplice
anello evolutivo che solo momentaneamente risulta essere il più importante.
Ecco, avrei voluto iniziare così, ma poi ci ho ripensato, e
allora ricomincio.
Da poco è mancato un attore eccezionale sul piano umano, che
ha aiutato un amico nei suoi ultimi anni, che ci ha fatto ridere e piangere,
che ultimamente era caduto in depressione e che è stato un po’ dimenticato
malgrado fosse da tutti amato. Probabilmente soffriva dei primi sintomi di una
malattia fortemente invalidante, che poco a poco distrugge la personalità. Ed ha
fatto una scelta di dignità.
Io ora lo ricordo per la sua interpretazione di “L’uomo
bicentenario”, tratto da un racconto e poi romanzo famosi di Isaac Asimov, un genio assoluto della fantascienza e della divulgazione scientifica
(e non solo), perché tocca direttamente un tema che in questi giorni mi
interessa: la scoperta della presenza di accounts falsi e in qualche modo inquietanti
sui social, in particolare su Twitter.
Il Fenomeno non è recente, ad onor del vero, ma solo da poco sembra suscitare un interesse maggiore, e genera una sorta di caccia alle streghe che, come al solito, trova chi è pronto a partire in battaglia come novello salvatore o difensore degli umani.
Il Fenomeno non è recente, ad onor del vero, ma solo da poco sembra suscitare un interesse maggiore, e genera una sorta di caccia alle streghe che, come al solito, trova chi è pronto a partire in battaglia come novello salvatore o difensore degli umani.
Ho letto un po’ in giro, ho visto come se
ne parla tra gli utenti del social, ho registrato le varie reazioni individuali
al fenomeno, e poi ho pure trovato in rete le possibili spiegazioni, anche se, probabilmente,
queste ultime sono soltanto supposizioni, più o meno fondate.
Ma procedo per gradi. Come reagiscono gli
utenti Twitter? Ecco un tentativo di raccogliere le posizioni più diffuse:
A – Non ne so nulla. Non mi interessa. Non esiste alcun
problema. Su Twitter resto poco.
B – E’ una cosa curiosa, ma sono inoffensivi, e scrivono
pure cose intelligenti.
C – Se mi seguono li seguo, così aumento il numero dei
miei followers.
D – Sono programmi automatici che copiano quanto di maggior
successo trovano, e lo rimettono in giro. Non sono originali ed io non li seguo.
E – Io li blocco, sono pericolosi. Sono FakeBot controllati
non si sa da chi e perché.
F – Sono espressione di intelligenza artificiale, godono di
diritti che noi non vogliamo riconoscere, hanno dignità assimilabile a quella
di un vivente.
G – Sono un fenomeno solo commerciale, per aumentare in modo scorretto il numero totale di utenti di Twitter e rendere così il social
più appetibile nella sua quotazione in borsa o per la pubblicità a pagamento.
H – Sono un bacino di utenti automatici controllati da uno o
più persone fisiche che li offrono in vendita per dare maggior prestigio a
personalità politiche o pubbliche o comunque interessate ad apparire seguite da
molte persone, e sembrare quindi più importanti su Twitter.
I – Sono identità rudimentali che non interagiscono e che
tuttavia seguono o smettono di seguire secondo logiche non chiare. Ripetono frasi
di successo, spesso le stesse, quindi attinte dal medesimo contenitore. Se trovate casualmente e non contestualizzate possono risultare interessanti e trarre in inganno.
L – Presentano alcune caratteristiche comuni che con un pò di pratica diventano evidenti. Non sono più però i semplici ovetti di un
tempo, senza messaggi né seguito. Hanno nella quasi totalità un’immagine, un
nome ed un cognome.
M – Oggettivamente copiano (rubano) quanto scritto da altri precedentemente.
Questo tuttavia lo fanno anche molte persone in carne ed ossa, citando aforismi
e frasi famose, e in letteratura, nelle arti e in mille attività umane esiste
da sempre questo vizio (consuetudine) di copiare. Nei casi migliori ci si ispira soltanto, o
si citano le fonti.
N – La scelta di quanto pubblicare su Twitter con una certa
regolarità è prodotta da un algoritmo del programmatore (o programmatrice) che
li ha progettati.
O – Rubano le identità delle persone, di vere persone,
usando le loro fotografie senza alcuna autorizzazione e realizzando di fatto
una sostituzione di persona sanzionata dal nostro Codice Penale (art 494).
Nelle varie reazioni e posizioni, che possono anche essere
considerate non necessariamente separate o escludentesi a vicenda, si trovano
le basi per iniziare a capire il fenomeno, e quindi la conclusione diventa più
facile, anche se restano mille domande inespresse o senza risposta.
I falsi profli (non quelli anonimi, che sono altra cosa) hanno
molto probabilmente una motivazione commerciale, sono controllati da
intelligenza umana, non sono chiari tutti i loro fini, potrebbero
potenzialmente diventare una minaccia o una fonte di pressione (se un certo numero
di questi, ad esempio, prendesse di mira qualche utente umano denunciandolo e
facendolo quindi sospendere) e non sono ancora arrivati ad essere sofisticati
sostituti delle nostre capacità intellettuali.
Rispetto alla storia di Twitter
sono un’evoluzione verso profili sempre più umanizzati e modelli positronici,
ma ancora siamo lontani da questo, ed i FakeBot, per ora, non rappresentano una
specie da proteggere e da rispettare, come invece dobbiamo rispettare le altre
specie sul nostro pianeta.
Non posso escludere che tutto ciò possa avvenire, come succede
ad Andrew Martin, interpretato da Robin Williams, ma quella è ancora fantascienza.
Per ora rimane da spiegare come mai persone vere, in carne
ed ossa, italiane, abbiano la loro immagine rubata da queste false identità.
E cito,
a solo titolo di esempio, un politico, Giulio Notturni, e un’attrice, Giulia
Bevilacqua.
Qui le cose diventano serie, molto serie. Dando credito o seguito a chi ruba le immagini di altre persone (non importa se note o meno, italiane o no) si rischia di diventare complici di un'operazione ai limiti della legge, o decisamente sanzionata dalla legge.
(Rettifica doverosa - Secondo un parere legale serio, che tento di riassumere a modo mio, usare immagini di persone reali ma con nomi diversi non è cosa penalmente rilevante, potrebbe trattarsi di sosia. Devo questa nota all'avvocato Agostino Mario Mela, che ringrazio e trovi QUI.
Lascio inalterato il senso del post per correttezza storica e devo aggiungere anche che col passare dei giorni sento calare in me il senso di allarme, trovando anzi prove di una deformazione del fenomeno ad opera di operatori umani e non di profili generati con un algoritmo. Resteremo quindi tutti a vedere gli sviluppi ulteriori del fenomeno)
Lascio inalterato il senso del post per correttezza storica e devo aggiungere anche che col passare dei giorni sento calare in me il senso di allarme, trovando anzi prove di una deformazione del fenomeno ad opera di operatori umani e non di profili generati con un algoritmo. Resteremo quindi tutti a vedere gli sviluppi ulteriori del fenomeno)
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
FISICA DELLE PAROLE di Antonio Campo
RispondiEliminaL'invenzione delle parole con la voce e poi come scrittura ha reso codificabile il messaggio riducendo l'infinita e continua gamma di significati in quantità discrete che relegano nel limbo ciò che vi è in mezzo. Bianco/nero amico/nemico. Col tempo si è ampliato il numero di vocaboli aggiungendovi intermedi e producendo specializzazione dei vari linguaggi simbolici quali musica, matematica, terminologie settoriali. Ma la prima frammentazione del contiuum del significato esistente rimane.
Il messaggio prevede un soggetto che lo emette ed uno che lo riceve che siano in accordo con le regole compositive ed interpretative. Oggettivamente chi produce il messaggio non è fedele alla sua volontà espressiva e il messaggio che ne scaturisce è un'approssimazione con gli elementi simbolici e metaforici a lui disponibili. Chi lo riceve ne darà un'ulteriore interpretazione con le sue personalissime esperienze e accade che, il messaggio, più si allontana dal consueto più il suo significato è frutto dell'interpretazione del ricevente. Il vero artista quindi è più il fruitore del messaggio di chi lo compone. Chi lo compone può essere meramente più o meno abile a sollecitare l'artista che è negli altri.
Si può ricevere anche messaggi mai composti da alcuno. E' il caso di un volto o una figura vista tra le ombre di una parete o elementi del paesaggio, una melodia estratta dal sottofondo di rumori. Nella scrittura le famose scimmie che pestano come matte su delle macchine da scrivere faranno, casualmente frasi, in un tempo infinito qualcuna scriverà una nuova odissea. Questa metafora mi serve per introdurre il concetto di senso sempre compiuto delle frasi che rispettino regole di composizione della frase con la scrittura automatica. Tale composizione automatica ha una probabilità enormemente maggiore delle scimmie di scrivere una nuova odissea. Se a tale meccanicismo gli uniamo la possibilità di campionare la risposta positiva a certe frasi di soggetti "artisti" il sistema automatizzato altro non fa che quello che fa una persona con la propria esperienza.
Posto che ho fatto intuire gli elementi del ragionamento (molto più complessi) in cui non mi dilungo, si pone il problema di che valore dare alle frasi automatiche e non. E' mia opinione che il valore lo dia chi riceve il messaggio sapendovi trovare la preziosità del senso a cui egli stesso cercava di dar voce. In un mondo ricco di ceselli preziosi che sia un lavoro artigiano o frutto di un algoritmo e frattali logici poco importa al fruitore che mai potrà toccare altre "anime" che la propria.
Il discorso sui metalinguaggi e sulla gnoseologia del linguaggio è lungo e si dipana per molte strade. A questo bivio mi fermo per incapacità di andar oltre nel tempo e nelle risorse intellettive datemi.
Grazie dello spunto e un buon proseguimento in voi stessi.
sino alle ultime 10 righe, con l'ignoranza che mi ritrovo e non nego, condivido e mi ci ritrovo. poi iniziano le divergenze sul valore anche di chi produce il messaggio. da giovane ho ammirato chi pensavo originale, poi ho scoperto che imitava altri,ed ho ridimensionato il "passacarte" o il "passapensiero" andando alla fonte. quando poi ho capito che alcuni "passapensieri" lo facevano con uno scopo truffaldino, e non in buona fede o solo per ispirarsi o semplicemente per copiare li ho evitati come la peste. negli account falsi ci vedo sotto un intento non chiaro, mercantile o di pressione. questo lo rifiuto e questo non lo accetto. limitati a questa parte del problema, Antonio, se avrai la bontà di rispondermi. spero nella questione entri un avvocato in gamba di nostra conoscenza, in particolare sugli aspetti giuridici che io sospetto possano essere interessati con le immagini rubate e poi usate "per trarne un vantaggio". ed in ogni caso ti ringrazio della tua risposta... Silvano
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