Te lo ripeto, ma cosa ci guadagni a restare ancorato a quello che è stato? Ti senti più sicuro dove non cambia nulla perché il catalogo di una mostra ormai chiusa rimane quello, rimarrà sempre quello ma la mostra, se la cerchi, non c’è più. Ti interessa il catalogo o la mostra? Il primo puoi conservarlo tra le tue cose, la seconda no, è stata un evento che ha avuto un inizio e una fine.
Io seguo i miei bisogni egoisticamente, l’ho sempre fatto, questa è la motivazione principale se è quella che chiedi. Potrei aggiungere che i debiti vanno saldati, che la riconoscenza non è un’opzione in discussione, che i sensi di colpa vanno giornalmente innaffiati, che il ricordo spetta a me più che ad altri, che la parola fine non mi piace neppure sul grande schermo e che quando esco di casa i miei passi si muovono sapendo in anticipo dove mi porteranno, invariabilmente.
Ma lo hai letto l’oroscopo di oggi? Magari lo hai interpretato male oppure ti sembra che la vita sia un romanzo da scrivere come fa piacere a te mentre quella non ti considera neppure, e prosegue per la sua strada. Se non ti adegui ti lascia indietro, in un mondo di ombre e di fantasie.
L’ho letto e non lo ricordo già più. Non è che mi interessi più di tanto. Ma per tornare alla tua domanda iniziale, non so cosa ci guadagno. Non è detto che ogni azione o scelta debba essere motivata dall’interesse. Penso di aver guadagnato a sufficienza prima e che ora possa permettermi anche di non limitare le mie scelte solo a questo. Che poi, ad essere onesti, resto ancorato alla vita reale, alla mia vita reale, cosa credi?
Ciao, Viz. Nulla di nuovo.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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