venerdì 3 giugno 2022

Epigrafe

A pochi anni di distanza dalla morte ebbe l’onore di una targa posta sulla facciata della sua casa natale, nella piccola frazione del comune della grande città metropolitana. A promuovere l’iniziativa fu il comitato culturale locale intitolato a Gramsci ma, cosa meno conosciuta, a muovere per prima il presidente del comitato con una generosa donazione fu la vedova del suo principale oppositore politico appartenente da sempre all’area della destra italiana. Le condizioni della donazione furono che rimanesse anonima e che le somma non venisse direttamente utilizzata per l’iniziativa. Questo non creò problemi perché si trattava in fondo di poca cosa e quello che serviva veramente era solo una decisione dell’amministrazione locale, saldamente in mano alla sinistra da sempre.

Fu così che il 18 settembre, anniversario della scomparsa dell’illustre cittadino, venne scoperta l’epigrafe marmorea con l’elogio del pensiero e dell’azione del celebrato sulla casa di fronte al municipio, nella piazza centrale della piccola fazione, alla presenza di due emittenti locali e di alcuni giornalisti con pezzi talvolta anche sulla stampa nazionale.

Passarono solo pochi mesi e qualcuno iniziò a diffondere la voce che, in effetti, quella non era la casa natale dell’esimio, che invece era nato nel nosocomio provinciale e che, sino al compimento dei tre anni la sua famiglia era vissuta in una casetta in periferia. Come avesse potuto avvenire tale errore macroscopico non è stato mai chiarito, ma sembra che ad una prima richiesta di informazioni agli uffici anagrafici competenti qualche impiegato avesse commesso un errore non voluto di trascrizione confondendo piazza Cavour con piazza Caver.

Un’altra tegola non da poco fu la denuncia, più o meno nello stesso periodo, che una donna presentò alla polizia e nella quale sosteneva che la figlia era stata violentata, ancora giovanissima, dal celebrato.

E poiché non c’è due senza tre, venne alla luce non casualmente una certa faida interna al partito di maggioranza del consiglio tra chi voleva togliere una volta per tutte quella lapide posta avventatamente e sostituirla con una nuova, sulla sua vera casa natale e chi invece avrebbe preferito dimenticare quello scomodo concittadino che, ormai era emerso chiaramente, era stato misogino e violento in famiglia anche se pubblico paladino delle idee progressiste. Nessuna donazione è gratuita, mi viene da pensare, assolutamente nessuna, e Virgilio lo aveva già espresso in modo indelebile.

                                                                                                     Silvano C.©  

                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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