Da studente era magro come un chiodo, e la sua presenza ovunque si recasse non era particolarmente notata. Aveva idee sue sulle donne e sulle persone in genere. Delle prime pensava che fossero ottime segretarie, e che il lavoro serio lo dovessero fare gli uomini. Sin da giovane, se gli si dava corda, usciva con sequenze di concetti inascoltabili e solitamente alla terza volta era già isolato. Questo però non gli fece mai venire il dubbio di dire scemenze monumentali come: tutti gli uomini a cinquant’anni hanno la pancia, se mi sposo è solo per avere qualcuno che risponda al telefono quando non ci sono, se ti vesti male sei uno sfigato, se vai con una e non la porti a letto entro i primi incontri lei è una puttana che va con gli altri e tu sei uno sfigato che nessuna vuole, i meridionali ci rubano il lavoro, sono tutti stronzi, anche quelli che sembrano diversi…
L’ho perso di vista dopo averlo frequentato abbastanza a lungo grazie ad un’amicizia comune. L’ho ritrovato chirurgo affermato in odore di primariato una volta che dovetti accompagnare mio padre in ospedale. Per fortuna mio padre non aveva problemi particolari e non doveva entrare nel suo reparto, ma ebbi modo di parlare con lui in un suo momento di pausa nel quale mi ricevette nel suo studio. Parlammo del più e del meno. Aveva una moglie segretaria che rispondeva al telefono quando lui era altrove. Aveva avuto due gemelli ed ora viveva in una bella villetta in zona residenziale, che non ho mai visto.
Uscendo ho colto al volo un dialogo tra una dottoressa e un’infermiera lungo il corridoio. Si riferivano chiaramente a lui, con un misto di commiserazione e timoroso rispetto chiamandolo Merdasecca. Definizione impeccabile, non so se lui lo sapeva o lo saprà mai.
Silvano C.©
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