Tra poco forse potrò ripercorrere strade che mi sono state vietate da mesi. E provo paura. Paura del ritorno alla normalità precedente perché l’ho dimenticata e perché già non mi piaceva. Cosa vedrò di cambiato e cosa di rimasto uguale, chi sarà sparito e chi farà finta che ogni cosa sia ripresa come dopo il temporale? Temo molte cose e ho anche certezze. Essere in parte confinato mi offriva un orizzonte limitato, più povero, in parte rassicurante e ripetitivo però. Sarò capace di fare quello che facevo prima? O semplicemente, al solito, antepongo l’irrazionale alla realtà. Potendo preferirei il sogno consolatore, che tuttavia ha sue leggi e non si adatta al mio desiderio. Tu ci sarai esattamente come prima, cioè non come vorrei. Gli altri ci saranno, sicuramente, ma cosa farò di preciso? Una possibilità è non darmi tempo per pensare, organizzare ogni cosa solo dal punto di vista pratico rimuovendo l’emotività e facendo finta di ignorare l’istinto. Ho paura, lo ammetto, e non so di cosa. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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