mercoledì 23 giugno 2021

Come un airone

Si alzò in volo e attrasse da subito la nostra curiosità. Io sapevo che per sua tassonomia era un trampoliere, e lo confondevo con altri suoi più noti cugini come gru e fenicotteri. Sapevo che poteva volare e spostarsi di luogo in luogo con più facilità di chi è costretto a restare al suolo, e noi in quegli anni avevamo il desiderio di volare. Non avevo ancora letto il racconto di Bassani, colpevolmente, e ho sempre odiato cordialmente i cacciatori, parteggiando a priori per gli uccelli e per tutte le altre vittime di chi invece di passeggiare per scoprire la natura va in cerca di prede da uccidere per sport.

Fatto sta che da subito ne fummo affascinati, era decisamente bello.

Iniziammo così, era il 1981, a dedicare un po' del nostro tempo libero a seguirlo, specialmente la domenica quando ne avevamo la possibilità. Ogni volta, e inizialmente non vi ponemmo la necessaria attenzione, ritrovavamo sui nostri passi molti come noi, turisti, interessati della natura e dell’ambiente, dei luoghi particolari e curiosi. Per alcuni mesi la cosa ci sembrò normale, perché è giusto che il bello attiri l’attenzione, ma non so chi dei due, ad un certo punto, notò che destinazioni ugualmente belle per possibili e diversi avvistamenti stranamente erano semideserte. Dove andavamo noi invece i parcheggi non erano mai vuoti e raramente potevamo essere soli anche se camminavamo per sentieri medievali o se per raggiungere un castello ci eravamo spinti fuori dai percorsi soliti per decine e decine di chilometri. La cosa iniziò a sembrarci strana, e anche se l’airone è decisamente un uccello ammirevole, cominciammo ad avere sospetti.

Impiegammo almeno sei o sette mesi a capire, perché la via della conoscenza non è mai semplice e breve, ma capimmo. La rivista mensile aveva avuto un successo incredibile, aveva scelto il momento giusto per il suo lancio cogliendo l’ultimo e tardivo momento di boom economico e invogliava, con servizi e fotografie curatissimi, a visitare luoghi non troppo lontani ma un po' dimenticati.

Arrivammo assieme alla conclusione che se nel numero di agosto l’Airone avesse pubblicato un servizio sul lago di Cei per almeno due o tre settimane quel luogo sarebbe stato la meta scelta da centinaia di turisti muniti di auto nel raggio di circa 200 chilometri. E il lago di Cei avrebbe recuperato pian piano la normalità solo dopo le uscite dei numeri di settembre e ottobre. Ne avemmo la prova provata, sul campo. Andammo, in una spedizione domenicale, a visitare un luogo non lontano da Riva del Garda che era stato descritto da Airone tre mesi prima e ritrovammo una normale frequenza senza la ressa delle uscite precedenti. La cosa ci divertì molto, comprammo ancora per un po' quella rivista, molti numeri credo di conservarli ancora, poi smettemmo. Forse, Viz, potremmo andare a sfogliare l’annata del 1982 e, finalmente, essere un po' più soli nelle prossime uscite. Ma probabilmente la mia idea è sbagliata, io cercavo solo te, non i luoghi da scoprire.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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