giovedì 10 giugno 2021

Seicento ferrarese

Una puntata al Palazzo dei Diamanti avrebbe potuto starci, ma non l’ho fatta. Troppo tempo passato, troppe paure da controllare, troppo altro da rivedere. Ci sono periodi nei quali l’acqua minerale nelle bottiglie di plastica scade imbevuta e lo stesso rischia di fare la birra in lattina. La Certosa poi attende una visita invano. Anche le persone aspettano, è vero, e sono più importanti, ma solitamente si può surrogare con una telefonata. In Certosa non posso telefonare, devo andare di persona, è la regola. Il dialogo muto posso continuarlo solo in quel modo, ripercorrendo strade che conosco molto bene.

E poi la piazza, le tante persone giovani, belle e piene di vita che mi fanno sentire un reperto archeologico museale. A volte temo di non conoscere ciò che conosco, o più semplicemente di scordarlo. E poi trovo conferme ai pensieri, nel bene e nel male, oppure sono costretto a scoperte non sempre positive.

In ogni caso non ho visitato esposizioni di opere pittoriche di scuola estense ma ho avuto modo di ripensare a un’auto che abbiamo usato sino a pochi anni fa, e che ti piaceva non poco. Ed ho pensato anche alla prima auto che guidai nella seconda metà del XX secolo. Era una Fiat Seicento targata FE. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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