Ciò che resterà 2

Non possiedo sfere e non so prevedere.

So che instupidirmi motivandomi in modo decisamente irrilevante nel grande disegno cosmico, non avendo alcuna possibilità di giocarmi un ruolo di secondo, terzo o quarto piano, mi aiuta a non pensare troppo. Non troppo almeno. Quindi, non potendo prevedere nulla, gioco spesso in difesa e raramente in attacco, ma solitamente contro mulini a vento o pareti granitiche. E quando sono stanco di scrivere su un certo tema, leggo. Quando sono stanco di leggere, parafrasando Augusto, cammino. Di tutto l’amore del mondo posso farmi sfiorare solo da una sua brezza secondaria, ma so ancora camminare. E camminare, come scrive e spiega Paolo, aiuta a conoscere il mondo. Non è come andare in bicicletta, che allontana un po' dal terreno. E sicuramente non è come viaggiare in auto o in treno. Dell’aereo non so nulla, ma l’idea di poter atterrare prima dell’ora alla quale ero decollato mi lascia un po' come Giovanni, mi fa perdere la testa.

Ciò che resterà dipende da me? Solo in minima parte, solo parzialmente e solo momentaneamente. Ho poche illusioni in merito. Eppure è una delle motivazioni che mi conserva in vita. Claudio era mantenuto in vita dalla musica, sinché ha potuto, e la musica gli è sopravvissuta. Se potessi avrei in mente un monumento, ma poi mi devo arrendere. Solo imperatori, papi, faraoni e grandi conquistatori hanno potuto erigere monumenti in grado di resistere alcuni secoli, prima che altri ne utilizzassero i materiali o che il tempo arrivasse a livellare secondo natura e secondo Antonio. Devo spiegare in chiusura che il ruolo di primo piano nel grande disegno cosmico non lo vedo adatto alla natura umana, serve qualche cosa di più. E così, continuando a farmi domande, ti saluto anche per oggi. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©  

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