domenica 10 dicembre 2017

il tuo nome

Oggi la neve è iniziata a cadere mentre eravamo a tavola, e all’inizio sembrava polvere. Ha messo allegria nell’aria, e anche se eravamo non vicinissimi a casa, in auto e un po’ in montagna nessuno ha avuto paura. La neve era attesa, ed è arrivata puntuale.
Ha spolverato ogni albero, ogni tetto, ogni prato e ogni sentiero di zucchero velo.
Era pura, bianca, venuta a coprire ogni dolore, gradita e senza i legami dettati dal tempo umano.
Poi, più tardi, ha continuato a cadere senza mai trasformarsi in tormenta, senza esagerare ma senza smettere.
Nevica pure adesso che è ormai sera, continua ancora o forse no. Sembra abbia smesso. Le strade sono bianche. Il traffico è ridotto. Il silenzio è maggiore. Durante la notte ci proteggerà, tutti.
Ci aiuta a modo suo, ci dice che non siamo soli ma che con lei tornano tutti i bambini che siamo stati, tornano tutti quelli che abbiamo perduto, sono ben nascosti ma ci sono tutti, e sorridono delle nostre paure, delle ansie di non arrivare in tempo, di perderci, di perderli.
È da molto che sento presenze, che le cerco, che ci vivo con loro attorno. A volte ascolto chi mi parla ed avverto la superficialità di alcuni discorsi, ci leggo sotto il messaggio diverso, so di chi posso fidarmi e riconosco le frasi di circostanza che non mi riempiono alcun vuoto. Vedo come gli altri pensano di risolvere le loro paure, e qualcuno racconta di riuscirci molto bene, o mentendo o sinceramente convinto. Mi chiedo che impressione io possa lasciare in chi mi incontra, in chi mi vede distaccato, forse un po’ perso, magari maggiormente autonomo. Chi può dirlo? Forse ho imparato finalmente a mentire meglio di prima, pure io ho imparato a farlo.
Come stai? Bene! E un bel sorriso, forse un po’ triste ma non troppo.
Sinceramente vorrei parlare con te, mi basterebbe scambiare poche parole al telefono. Parlare con altri mi aiuta e mi distrae, ma gli altri non sei tu.
Ed allora faccio battute, a volte al limite del corretto ma con ilare serietà, in modo da lasciare sempre il dubbio se io pensi veramente quello che ho detto. Per una battuta anche di cattivo gusto sono disposto a rischiare, e non ho nulla da perdere. Meglio il silenzio in certi casi, ma anche no.
Vorrei poterti ancora prendere in giro, lo vorrei molto.
Non potendo farlo, oggi, camminando ben coperto e mentre continuava piano a nevicare, ho scritto il tuo nome su un muretto imbiancato racchiuso tra due cuoricini stilizzati. È stato il mio sms che ti ho spedito in modo non convenzionale, e so che ormai è arrivato. Non serve neppure che lo cancelli dalla memoria del cellulare, resta nella mia memoria temporale ed in questa memoria digitale affidata alla rete.

    
                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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