Tu non ci credevi, eppure...
Quel giorno, quando la dottoressa che ti aveva
seguito per tanto tempo ti affidò alle cure palliative dicendoci che lei non poteva
più far nulla, uscimmo sconvolti dal suo studio ma io ebbi un’idea, un’idea
disperata.
Sentii che eravamo in emergenza e non che avevamo ricevuto
una sentenza senza appello. Vivevamo la situazione più dura da affrontare dopo
quella che sfiorò minacciosa nostro figlio, tanti anni prima, e che per fortuna
superammo.
Telefonai al 118, all’Emergenza che tante volte
avevamo presentato ai giovani nel suo funzionamento e nelle sue modalità di
intervento, a quel numero dietro il quale, tra i tanti, si nascondeva quell’infermiere
rianimatore simpatico ed alla mano che conoscevamo da tanto tempo.
Fu lui, stranamente, che mi rispose, anche se io
credevo che al centralino ci fossero altri operatori. Gli spiegai la situazione
e lui mi disse che avrebbe mandato subito l’elicottero. Mi diede appuntamento accanto
alla pista sull’ospedale e mi spiegò come arrivarci. Facemmo appena in tempo ad
arrivare che sentimmo il rumore forte dell’elicottero, lo vedemmo che arrivava
da nord e che iniziava le manovre per atterrare.
Pochi minuti ancora e il pesante velivolo capace a
volte di rendere reali i miracoli atterrò senza mai spegnere i motori. La pilota
non abbandonò i comandi ma scesero l’infermiere che conoscevamo bene ed un
medico. Ci aiutarono ad indossare un paio di caschi e ci fecero salire a bordo.
Decollammo subito, verso il nostro destino di salvezza.
Io non avevo mai volato prima ma non provai paura. Sentivo
come sempre ammirazione per quella potenza studiata e nata per operare in guerra
e trasformata di un mezzo contro il dolore ed il male. Immaginavo, nella mia
mente, portaerei lunghe 340 metri combattere contro la povertà, missili
terra-aria abbattere l’egoismo, obici semoventi distruggere sacche di stupidità
difficili altrimenti da stanare. L’elisoccorso con le sue donne ed i suoi
uomini era arrivato ad aiutarci. Era quella la potenza che amavo.
Stamattina ho visto un
elicottero del 118 Trentino Emergenza avvicinarsi all’ospedale di Rovereto. Non
ho potuto trattenere alcune lacrime di ammirazione ed orgoglio per chi si trovava a bordo.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.