sabato 30 dicembre 2017

Una donna di casa

Ho avuto una grande fortuna nella vita. Non sono mai stato capace di giocare al calcio. Questo ha innescato una serie di conseguenze che, quando iniziarono a manifestarsi, presi molto male. Poi iniziai a farmene una ragione e infine, più avanti negli anni, capii che ero stato graziato dalla sorte.
Prima mi ero costretto a diventare tifoso ai tempi di Sarti, Burgnich e Facchetti ma durò poco. Non era una vera passione ma un atteggiamento indotto.
Del resto avevo Iniziato a fumare per l’identico motivo, per emulazione e bisogno di stare nel gruppo. Anche in quel caso fortunatamente non riuscii mai ad imparare e accantonai l’idea tabagica in alcuni mesi.
Aggiungo che non provai in nessun momento attrazione per i motori come molti veri maschi ed ancora oggi vedo l’auto come un mezzo e non come un’estensione del mio io e che considero da sempre, per quanto posso ricordare, la differenza di orientamento sessuale come un fatto naturale e non da chiacchiere da bar.
Per molti aspetti ho ammirazione per la donna di casa, mi sento attratto dalla sua figura e non mi spiace averne sempre ricoperto almeno in parte il ruolo senza mai rifiutare i piccoli lavoretti che nella tradizione spettano invece al maschio di casa.
Ammetto che stirare, ad esempio, non è come passeggiare o andare ad uno spettacolo, ma anche questa incombenza ha una sua motivazione, una sua giustificazione.
Tu Viz mi hai lasciato in eredità molte cose belle ma, tra queste, non certamente la necessità di stirare. Quella non mi piace e lasciavo volentieri a te questo compito. Ho ancora camicie che hai stirato tu e che da tempo non indosso, come forse sai. Le conservo volutamente ed esattamente come le hai sistemate tu; mi fa piacere sentirti ancora presente, in qualche modo.

Forse il non apprezzare il calcio mi ha emancipato da alcune servitù ed abitudini, mi ha lasciato il tempo per altri interessi e mi ha tenuto lontano da inutili eccessi. Non sono mai diventato perfetto, mai ambito a tanto, solo molto suscettibile e permaloso e con tante manie e vizi. Ora sono io la donna di casa, a tutti gli effetti, ed anche l’uomo di casa. Racchiudo in me queste due diverse identità senza alcuna soddisfazione o gioia. Capiscimi. Non che rifiuti i vari compiti, solo che mi manchi. Affronterei con maggior entusiasmo le varie faccende se avessi di tanto in tanto le tue critiche o i tuoi commenti e se potessi cominciare a discutere con te sul come sia meglio appoggiare le posate sopra il mobiletto, come lasciare in ordine il bagno, come mettere la tazza in lavastoviglie e come impedire al filo del ferro da stiro di passare sulla biancheria appena stirata. Mi mancano le nostre discussioni. E sicuramente non ti darei ragione, anche quando ti spetterebbe. Questo sono ora, malgrado il mio scarso entusiasmo: una donna di casa. Non solo quello, ovviamente. Cammino molto, ore, a camminare ed a pensare.
E a cosa penso lo sai. Ciao, Viz.
    
                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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