Oggi la neve è iniziata a cadere mentre eravamo a
tavola, e all’inizio sembrava polvere. Ha messo allegria nell’aria, e anche se
eravamo non vicinissimi a casa, in auto e un po’ in montagna nessuno ha avuto
paura. La neve era attesa, ed è arrivata puntuale.
Ha spolverato ogni albero, ogni tetto, ogni prato e
ogni sentiero di zucchero velo.
Era pura, bianca, venuta a coprire ogni dolore,
gradita e senza i legami dettati dal tempo umano.
Poi, più tardi, ha continuato a cadere senza mai trasformarsi
in tormenta, senza esagerare ma senza smettere.
Nevica pure adesso che è ormai sera, continua ancora
o forse no. Sembra abbia smesso. Le strade sono bianche. Il traffico è ridotto.
Il silenzio è maggiore. Durante la notte ci proteggerà, tutti.
Ci aiuta a modo suo, ci dice che non siamo soli ma
che con lei tornano tutti i bambini che siamo stati, tornano tutti quelli che
abbiamo perduto, sono ben nascosti ma ci sono tutti, e sorridono delle nostre
paure, delle ansie di non arrivare in tempo, di perderci, di perderli.
È da molto che sento presenze, che le cerco, che ci
vivo con loro attorno. A volte ascolto chi mi parla ed avverto la superficialità di alcuni
discorsi, ci leggo sotto il messaggio diverso, so di chi posso fidarmi e
riconosco le frasi di circostanza che non mi riempiono alcun vuoto. Vedo come
gli altri pensano di risolvere le loro paure, e qualcuno racconta di riuscirci
molto bene, o mentendo o sinceramente convinto. Mi chiedo che impressione io
possa lasciare in chi mi incontra, in chi mi vede distaccato, forse un po’ perso,
magari maggiormente autonomo. Chi può dirlo? Forse ho imparato finalmente a
mentire meglio di prima, pure io ho imparato a farlo.
Come stai? Bene! E un bel sorriso, forse un po’ triste
ma non troppo.
Sinceramente vorrei parlare con te, mi basterebbe
scambiare poche parole al telefono. Parlare con altri mi aiuta e mi distrae, ma
gli altri non sei tu.
Ed allora faccio battute, a volte al limite del
corretto ma con ilare serietà, in modo da lasciare sempre il dubbio se io pensi
veramente quello che ho detto. Per una battuta anche di cattivo gusto sono
disposto a rischiare, e non ho nulla da perdere. Meglio il silenzio in certi
casi, ma anche no.
Vorrei poterti ancora prendere in giro, lo vorrei molto.
Non potendo farlo, oggi, camminando ben coperto e
mentre continuava piano a nevicare, ho scritto il tuo nome su un muretto
imbiancato racchiuso tra due cuoricini stilizzati. È stato il mio sms che ti ho
spedito in modo non convenzionale, e so che ormai è arrivato. Non serve neppure
che lo cancelli dalla memoria del cellulare, resta nella mia memoria temporale
ed in questa memoria digitale affidata alla rete.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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