martedì 12 dicembre 2017

La festa è finita

La festa è finita, ed è stata una festa strana, anomala, mai vissuta una simile in tutta la mia vita.

Io non amo i compleanni, non amo festeggiare i miei, ma ovviamente mi fa piacere se qualcuno che conosce la data mi fa qualche augurio. Il compleanno per me non andrebbe festeggiato dopo l’età infantile. Sono belli i compleanni a una sola cifra e con pochissime candeline. Dopo l’incanto finisce, si prosegue con l’inerzia dei sopravvissuti. Però per i compleanni che mi interessano mi organizzo e cerco di fare quanto serve e mi fa piacere. Mica occorre sempre coerenza nella vita, e ancor meno avere una fede incrollabile e stupida specialmente quando si tratta di temi come questo. Quindi i miei compleanni vorrei cancellarli (magari segretamente sperando di ingannare il tempo) mentre mi diverte festeggiare quelli altrui, e certamente non per veder invecchiare le persone che amo.
Inteso come occasione di festa un compleanno (altrui) viene sempre a proposito.

Questo tuo ultimo però è stato anomalo, come dicevo, e molto. Ho persino i sensi di colpa ammettendo di essermi pure un po’ divertito in alcuni momenti organizzandolo.
E poi un osservatore distaccato potrebbe notare l’assurdità di una festa senza la festeggiata.
Già. Eppure mica tanto assurda e tu mica tanto assente. E l’ipotetico osservatore perché dovrebbe restare distaccato? Se partecipasse capirebbe ed eviterebbe certe sue conclusioni.
Tu c’eri e stavi nascosta a vedere, soddisfatta dell’aria allegra, delle cose preparate, del vino scelto.


Stavi nascosta e non vuoi neppure ora che mostri cose troppo legate a te, anche se di te sopporti da tempo che parli. Lo sopporti perché sai che ne ho bisogno, che altrimenti ogni mio semplice gesto perderebbe di senso ed io mi ritroverei sperduto. Lo accetti, Viz, anche perché così, ormai è evidente, ti trattengo. Mi fa piacere e mi serve tutto questo? Certo. Io raramente mi dedico troppo a lungo a ciò che non mi fa piacere o non mi serve.
Oggi ti ho scritto gli auguri sulla neve, vicino a te. Ho fatto la foto a quel mio secondo messaggio per te in due giorni per proteggerlo dalla pioggia che ormai lo avrà cancellato. La foto l’ho mostrata ad una sola amica, e qualcuno avrà visto le parole tracciate col dito sulla neve fresca prima che venissero cancellate, credo. In quel luogo si capisce bene come tutto sia destinato a sparire nel tempo. Un messaggio tracciato sulla neve è come quello scritto sulla sabbia. Porta parole lievi fatte per essere affidate alla memoria, solo a quella. 
E anche la foto ormai è ciò che è stato e non è più.
 

La foto che mostro a tutti invece è quella di una piccola fiammella accesa anche ora. In quella ci sei tu e ci sono io. 
Io ci vedo ciò che non so dire, e mi basta sapere che un po’ di luce si diffonde nella stanza, in modo che tu, anche se nascosta, riveda casa tua.  
                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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