venerdì 15 dicembre 2017

Ancora qui

Io anche piangerei, mi verrebbe facilissimo. Appena penso seriamente e non mi perdo in idiozie, distrazioni sterili, arrabbiature inutili e altre simili amenità non posso evitare di trovare assurdo il non avere il tuo commento, la tua critica, il tuo consiglio.
Andare a trovare qualcuno potrei pure, ma anche no. Provare a scordarti forse, ma non mi va. Cercare altri, altre, altro, potrei anche quello, ma in un anno che è quasi ormai tutto trascorso non ne ho sentito impellente necessità. Qualche parola amica, quella certo, fondamentale, alla sola condizione che non fosse sostituzione. Nuovi o vecchi interessi sono stati utili come palliativi temporanei. Le cure palliative non risolvono il problema essenziale ma testimoniano la sconfitta proponendo una pillola soporifera ed analgesica.
Mi ritrovo a leggere di Rocco e Marina. Lei morta quattro anni prima e lui che ancora le parla, e non la lascia andare. E sono scaraventato al posto di Rocco.
Mio nonno che ti ha conosciuta, per poco ma ti ha conosciuta prima di partire per il suo viaggio. Ieri sono andato a trovarlo, e gli ho chiesto di farti compagnia, ogni tanto, non so dove né come. Forse sono solo un geco, forse mi specchio su superfici non oggettive o forse mi illudo di poter modificare le cose col semplice atto mentale.
E sono ancora qui, a scrivere per parlarti, perché so che così mi puoi ascoltare meglio e puoi anche suggerire alle mie dita di dirmi quello che vorrei, o quello che tu vorresti. Confondo e non mi importa.
Non sono compiaciuto di quello che dico, ma devo dirlo. Quando manco troppo non sto bene. So di essere assurdo, lo ammetto, ma devo stare qui. Quanti anni ancora non lo so, o quanti mesi, chi può dirlo?
In questi giorni sono distratto da tasse svaganti, riunioni condominiali depistanti, viaggi salvifici e festività incombenti e tragiche. Tutto è utile, a modo suo, per distogliermi. E non è giusto che lo sia, ma lo è mio malgrado.
Fossi ricco potrei fuggire in altri luoghi per scoprire che io resto sempre io, che tu sei sempre nascosta dietro una parola, che un mare caraibico non mi cura. La cura saresti tu. E se tu ci fossi magari potrei pure arrabbiarmi con te, o tu con me. Ma tu probabilmente saresti solo delusa non arrabbiata. È questo che ora capisco e che mi fa rabbia. Non ho la tua sapienza pacata, mai avuta. Ecco perché sono ancora qui, devo testimoniarlo.
                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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