martedì 19 dicembre 2017

un anno di merda

Un anno di merda, senza eufemismi inutili. Un anno di merda senza piegarmi troppo a meditazioni consolatorie e a religioni orientali, senza una fede sulla quale contare. 
Un anno con momenti dedicati a scavare nel dolore, perché sentivo di doverlo fare. Un anno di merda vissuto come ho potuto e dovuto, in modo peggiore o migliore di come altri l’avrebbero trascorso, anche se il destino umano comune non ci offre troppe alternative: o si accetta quello che la sorte ci prepara o non si accetta, tanto non cambia. 
Un anno di merda reso più tollerabile solo da un dialogo ininterrotto con te, dalle mie visite frequenti e dalle lacrime. Anche le parole amiche mi hanno aiutato, mi hanno distratto, mi hanno fatto capire che non sarò mai solo, non troppo solo.

Il tuo destino ora non lo so giudicare, e tantomeno il mio. Il tuo dovrebbe essere più facile da capire nel suo significato finale, ma non lo è, non saprò mai se è stato giusto, se ti ha restituito quello che hai dato.
Per certo so che quest’anno di merda prossimo alla sua conclusione tu pensavi almeno di iniziarlo a vivere, di averne alcuni mesi, forse tanti. Io ci speravo e ci contavo.

Verso la fine del novembre 2016 andammo in quella cartoleria, assieme. Tu comprasti questa agenda sottile, per iniziare a scriverci gli impegni che sarebbero venuti, ma è rimasta come nuova. Oggi l’ho rivista, ed è stata come una pugnalata a tradimento. Ma va bene così. La tua presenza deve restare in ogni modo, anche in queste cose minime. Questo lo voglio io. Non so se lo vuoi tu, ma io certamente sì.
                                                                                         Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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