Basterebbe questo a farmi capire che nulla è stato
invano, assolutamente nulla.
Se mi ci mettessi con impegno e metodo potrei, poco
alla volta, trovare un numero incredibile di momenti simili sparsi tra ore che sembravano
uguali le une alle altre, un po’ inutili, oziose, a volte fastidiose, talvolta
di attesa o dedicate a lavori non piacevoli.
Non posso dire che ora sono felice, mentirei. Ma
neppure di essere infelice, sarei ingiusto.
Mi sento così,
in attesa di quello che verrà pensando a quello che è stato, e cammino nel
presente come tutti gli umani
Qualcuno è più fortunato. Nasce ricco. Nasce già nel
posto giusto senza dover morire per arrivarci. Nasce con una vita facilitata da
strade indicate e sicure. Nasce sapendosi scegliere amici ed amori, o dotato di
doni unici ed invidiabili. Nasce e non muore subito ma ha tempo per essere ciò
che vorrebbe, almeno per alcuni anni.
Io in parte sono stato fortunato. Non ho goduto di
tutto questo o di altre cose che rendono la vita bella ma non posso lamentarmi.
Ho avuto a sufficienza.
Ad esempio ti ho incontrata, e questo non era
scontato in partenza. E poi ho svolto un lavoro al quale non avrei mai pensato
“prima” ma che “dopo” è stato il solo che possa ritenere adatto a quello che
ero e volevo essere. Ogni dolore, ogni ansia, ogni singolo secondo di attesa
impaurita e timorosa del domani sono stati ripagati. Era normale temere, ho
visto che crescendo ed aspettando il futuro è impossibile non farlo. È comune
provare il dolore in molte forme, e più gli anni avanzano maggiori sono le
occasioni per incontrarlo, ma non è evitabile. Il dolore è il rovescio della
medaglia del bello della vita, della felicità. Praticamente impossibile
evitarlo per avere il premio, ammesso sia un premio.
In una giornata come questa, per me fortemente simbolica,
mi sento confuso da quanto provo e non provo.
Se ti ripenso e ti rivedo non posso che lasciami
sorridere un po’ mentre sono indeciso se piangere subito o dopo. Eppure abbiamo
avuto, io ho avuto. Abbiamo ricevuto la nostra dose di dolore, abbiamo commesso
i nostri errori (io certamente più di te) ma nessuno dei due, guardandoci
attorno, dovrebbe lamentarsi più del dovuto.
Mi sto consolando artificialmente? Eppure la vita
scorre anche dopo di te, e continuerà dopo di me. Ci ritroveremo tra pochi
anni, forse, mentre lentamente gli altri ci scorderanno.
Avrei potuto essere migliore con te? Senza alcun
dubbio. Ora questo farebbe qualche differenza? Ne dubito. Conta quello che tu
hai fatto per me, e questo ti rende preziosa anche adesso. Contano le tue
rinunce e la tua forza. Contano le cose che dicevi e che, malgrado tutto e anche
se non te ne davamo soddisfazione esplicita, ci hai insegnato. Sono importanti
i momenti felici vissuti assieme, mio patrimonio assoluto. E sono fondamentali
i tanti sacrifici piccoli o grandi per lasciare qualche cosa al futuro ma non
per un tuo vantaggio personale o per una voglia egoistica da soddisfare. Conosciamo
bene queste persone che mettono loro stesse davanti a tutto, e certo io sono e
sono stato tra costoro in varie circostanze, ma di loro spero si perda in
fretta memoria e si scordi la gratitudine.
Non è solo dolore la vita, e verso la fine è quasi
impossibile evitarlo, ma è anche altro, molto altro, sparso ovunque,
oggettivamente e imprevedibilmente.
Il tuo ottimismo e la tua forza me le hai lasciate,
ed ancora non so come farne un uso adeguato. Io ci provo. Sono giorni
difficili, ma ci provo, e non sempre sbaglio. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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