Silenziosamente scendo le scale e mi affaccio alla finestra. Non
accendo le luci e mi accontento della poca luminosità che viene dall’esterno. Quello
che mi ha spinto a muovermi più che un rumore è stata una sensazione, ma dirlo
meglio non saprei. Nello stretto vicolo vedo una lunga processione di figure
scure, incappucciate forse, e tutte con un piccolo lume in mano. Nessun altro
oltre a loro, e non vedo né l’inizio né la fine. Camminano lentamente e guardano
solo chi sta immediatamente davanti. Ho l’impressione che il loro pensiero
produca un brusio di sottofondo e resto a vedere. Non succede nulla, solo il
lento avanzare di un numero incredibile di figure, non uguali ma molto simili. Attorno
il silenzio non è rotto né da uccelli notturni né da gatti solitari, tantomeno
da auto o moto. Rimango per un tempo indefinito, e intanto loro continuano a
passare. L’iniziale silenzio diventa quel brusio che avevo intuito e lentamente
si trasforma in un vero e proprio fiume di parole. Sembra che ognuno parli,
dica qualcosa. C’è chi discute con chi viene prima o dopo, chi chiaramente
pensa soltanto a voce alta e non dialoga con nessuno. Ci capisco sempre meno e
intanto sembra che la notte inizi ad avvicinarsi all’alba. Alcune luci si
accendono nelle case vicine e nessuno si affaccia alle finestre anche se la
processione prosegue e non è più silenziosa, anzi, il rumore delle voci e anche
dei passi è sempre più avvertibile.
Sembra che sia il solo a sentire il fracasso crescente prodotto dalle infinite figure che continuano a camminare una dietro l’altra, incuranti anche del sottoscritto perché nessuna di loro alza mai lo sguardo nella mia direzione. Io resto a guardare, e aspetto…
Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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