La casa

Torno dopo quasi due anni in visita, e tu mi sei accanto. Rimango stupito del fatto che nessuno trovi da far commenti sul fatto che la casa sia ridotta in rovine, col primo piano che è completamente sparito e tutto il pianterreno quasi arredato come un tempo ma più povero e rimpicciolito. Ma dove dormono ora? Sono in due a viverci, e sembrano non farci caso. Mentre saluto e osservo l’assurdità del luogo, una vicina allunga la mano all’interno della dispensa semplicemente perché il muro che è rimasto ormai non supera il metro di altezza e porta via la spesa fatta prima. La ruba con estrema naturalezza e sembra quasi sorridere, per salutare. Poi, come avrò modo di appurare, si dimostrerà disponibile a scambiare due parole e nessuno trova nulla da ridire. Sembra una situazione di guerra, da profughi o scampati ad un bombardamento, ma non vedo macerie.

Eppure solo due anni fa quella era una casa indipendente, con due stanze e servizi sotto e due stanze e servizi sopra, oltre ad una soffitta ampia e piena di casse e altri oggetti. Aveva pure un piccolo balcone nel bagno al primo piano. Una casa non signorile ma decorosa, un po' maltenuta ma non distrutta come la vedo ora.

Io penso a cosa potrebbe succedere in caso di pioggia o maltempo, ma anche questo sembra non interessi a nessuno. Divento venale e non esprimo ad alta voce una mia preoccupazione egoistica tuttavia il pensiero non lo controllo. Anche ammettendo che in quella casa distrutta ci si possa vivere e che io ora direttamente non sia coinvolto, mi chiedo cosa erediterò, quando sarà il momento, o cosa erediterà chi verrà dopo di me, perché quella, in parte, è anche casa mia. Ciao Viz, sai di cosa parlo, anche se non è la realtà dei fatti.

                                                                          Silvano C.©  

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