Ci sono selve profonde nelle quali perdersi anche per sempre. Capita ancora oggi, magari non frequentemente ma capita, pure vicino a noi. Io però non penso a queste selve, ma ad altre, meta di un nostro viaggio ormai troppi anni fa. Furono gli ultimi chilometri per un camper ormai maggiorenne che ne avrebbe percorsi pochi altri prima di andare tristemente alla demolizione. Sbagliando lo avevamo considerato a lungo una nostra baita mobile, una casetta, e con la durata nel tempo di una vera casetta. Nulla di più sbagliato. Era un solo un mezzo di trasporto speciale, motorizzazione euro zero quindi bloccato dalle limitazioni imposte dalle nuove norme per lunghi mesi all’anno. Mostrava tutti gli acciacchi dovuti alla sua permanenza sempre all’esterno, infiltrazioni di acqua, danni da grandine, invecchiamento di tutte le parti legate ai servizi e via continuando. Dire che mi manca è poco, ma due mesi dopo averlo consegnato per la demolizione mancò mio padre, e nel giro di due anni anche tu hai dovuto inchinarti alla Signora, non senza aver prima lottato.
La selva mi inghiotte ancora se ritorno al tempo nel quale tu entravi ed uscivi da ospedali e ambulatori. Il camper era stato un nostro divertimento, ed era giusto che se ne andasse prima di te. Se fosse avvenuto il contrario forse avrei lottato stupidamente per mantenere la tua presenza in quello spazio mobile pieno di storie e di viaggi. Ciao Viz. Rimpiango i giorni nei quali tu non stavi bene ma me lo nascondevi, e ogni ora era un regalo. Altro da dire non ho, oppure avrei troppo, e non voglio perdermi…
Silvano C.©
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