Le indicazioni sono quelle di registrare e prendere appunti su tutto ciò che si vedrà. Le condizioni si rivelano subito difficili. Prima di tutto le scene si alternano senza una logica intuitiva, ed è arduo individuare subito ciò che è importante distinguendolo dal rumore di fondo. Questo rumore poi è ampliato da quanto avviene attorno. Tutti i candidati hanno a loro disposizione una specie di banco scolastico e non stanno fermi ma si spostano per trovare una posizione migliore, distraendo e togliendo concentrazione. Poi parlano, e non fanno capire quanto avviene nelle scene che occorre descrivere. A complicare il tutto si aggiunge anche la difficoltà di osservare e contemporaneamente di riportare su carta quanto accade. Impossibile vedere tutto, occorre affidarsi al caso e la situazione mi appare assurda. Non sono abbastanza veloce a scrivere, rischio di fare scarabocchi che poi risulteranno incomprensibili e non sono mai stato uno stenografo. Mi arrabbio perché non so come fare per ottimizzare il mio tempo attenendomi alle regole, quindi le provo tutte, ma se scrivo non guardo e se guardo non scrivo. In realtà non mi arrabbio neppure, è sbagliato dire così, però sono in crisi. Poi, per caso, mi viene l’idea di abbozzare disegni che ricordino le scene, e nel tracciarli sono più veloce. I particolari importanti mi riescono espressi in modo più evidente, senza parole. Quell’attrice mi viene bene se pochi tratti evidenziano il suo costume e la mano con la palla. Lo sfondo descritto con linee approssimative è meglio di una frase. La vita non finisce di sottopormi a prove, questa è solo una di quelle. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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