Nessun nome viene dato senza un vero motivo e scavando si può scoprire se questo merita attenzione. Avendone i mezzi si arriva a capire qualche perché.
Il modo migliore per scegliere il nome di una persona è quello di ricordarne un’altra per noi importante. Ci si può affidare anche all’infatuazione per un personaggio di moda, ma è triste.
Dare il nome a un’emozione, che chissà per quale motivo è sostantivo femminile, è questione che non riguarda il singolo ma deve essere condivisa, e talvolta arriva da lontano. Ogni lingua poi la traduce in modo diverso, e le motivazioni della scelta sono legate all’etimologia che a sua volta dipende dalle evoluzioni nel tempo. Arrivare all’origine in qualche caso è impossibile.
Anche per le cose ed i mestieri si ripresenta la difficoltà di arrivare all’istante zero. Il calzolaio che faceva o riparava le scarpe e non le calze meriterebbe un approfondimento, ma le corporazioni medievali sono finite da tempo, la nobiltà del mestiere si è quasi del tutto perduta e rimane il rimpianto per la dignità che poteva avere la persona. Oggi quasi nessuno ripara le scarpe come negli anni cinquanta e sessanta, tutto finito.
Il nome tuttavia resta importante, e dare il nome ad un mestiere o ad un’attività continua ad interessarmi. Vedo che è in atto un mutamento. Iniziano ad avere una pari dignità le attività svolte da donne e uomini, lentamente cominciano ad essere declinate al femminile, non solo al maschile. Questo mi interessa, ed aspetto che faccia il suo corso.
Ciao, Viz, potremmo aspettare assieme.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.