La prima volta mi anestetizzai completamente il palato e non avvertii più alcun sapore dopo essere avvampato visibilmente in viso. Avevo esagerato con l’aggiunta di olio al peperoncino, ero in Calabria ed ero convinto che tutte le esperienze a portata di mano andassero fatte, evitando solo quelle potenzialmente nefaste.
Una seconda volta macinai il peperoncino senza precauzioni, e la sottile nuvola che si sprigionò dal macinacaffè usato per l’impresa mi avvolse peggio della nebbia, penetrando attraverso i vestiti e costringendomi ad una doccia urgente.
L’olio nel quale poi misi il peperoncino macinato tuttavia fu perfetto, mi abituai a dosarlo nella quantità desiderata e iniziai a trovare poco piccanti i prodotti analoghi in commercio.
Ancora adesso però non sono arrivato ai micidiali peperoncini messicani, non lo ritengo necessario, e mi accontento del salamino piccante tradizionale delle solite marche che conosco e che non mi sorprendono.
Questo volevo dirti, oggi, ripensando alla stranezza di un matrimonio celebrato una seconda volta in una situazione per metà verosimile e per metà assurda. Nessun legame col salamino, nessuno, il salamino serve solo per distrarmi da ciò che mi attira e allo stesso tempo mi spaventa, mi aiuta a rimuovere pensieri. Non troppo evidentemente. Ciao Viz.
Silvano C.©
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