Pantoufle, mentre continuava a saltellarmi attorno annusando l’aria, mi ha sussurrato che non sono normale.
Mi stavo per offendere, poi l’ho guardato e ho capito che non intendeva dirmi nulla di negativo o cattivo, stava solo constatando un semplice fatto.
Forse nessuno è normale. La normalità è una costruzione umana nata per pigrizia mentale e utile per escludere qualcun altro. Se è normale qualcosa, il resto diventa problematico, patologico, pericoloso, fuori standard. Non credo sia possibile estendere in assoluto questo ragionamento, altrimenti il chirurgo non saprebbe curare i propri pazienti. La faccenda mi sembra spinosa e notevolmente complessa. Nessuna delle persone che conosco è normale al 100%, in tutti esiste una parte più o meno minima di pazzia, di irragionevolezza, di unicità.
Anche negli oggetti il concetto di normalità a volte si spreca, e alcuni rotoli di carta igienica si autodefiniscono più lunghi del normale. Eppure finiscono, lo posso confermare.
La cosa migliore da farsi probabilmente è prenderne atto, non vantarsi di essere normali ma neppure di essere diversi e migliori. Esattamente come è bene non considerarsi furbi, perché, lo garantisco, troveremo sempre qualcuno più furbo di noi.
Se non sono normale va bene. Me ne faccio una ragione, tento di accettarmi e di considerare l’anormalità come una mia qualità. Possibilmente senza giustificarmi troppo però, né approfittarne. La via per la perfezione è in salita, piena di ostacoli, con innumerevoli incroci giunti ai quali è normale sbagliare direzione. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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