Per un po' le assurdità si possono ascoltare, ed anche i luoghi comuni o le finte divagazioni simil-culturali, tuttavia ad ogni espressione del libero pensiero è necessario porre alcuni limiti. Non tutto si può dire, e anche se lo si dice non è necessariamente né vero né verosimile o anche solo interessante.
Non mi riferisco ad altri, ma solo a quanto scrivo e dico io. Esiste un limite anche alla mia pazzia, pure se la guardo con molta condiscendenza e prontissimo a perdonarle quasi ogni eccesso. Ammettendo alcuni miei atteggiamenti sbagliati in qualche modo tento di sdoganarli e di spostarli in un posto diverso, nella stanza dell’imperdibile.
Un po' come tanti anni fa entravo nelle sale cinematografiche. Per lunghi anni mi accompagnò mio nonno (ma non so quanto siano stati lunghi, magari modifico il ricordo), poi da solo, poi con altri. Per molto ci andai con te, poi tutto cambiò, e non per colpa nostra. Le sale poco alla volta chiusero. E tu…
Ma esattamente come quando entravo in una sala e iniziavo a sognare, entrando nella magia, questo mi capita di recente leggendo un libro, centellinandolo perché mi accompagni il più a lungo possibile, oppure quando sogno realmente, chiudendo gli occhi ed entrando in un’altra vita. E non so neppure slegare il vero dal sogno.
Le assurdità sembrano figlie del mezzo che le mostra. Un albero sulla strada non può essere assurdo, ma se lo vedo con la memoria, e so che è stato tagliato ed abbattuto dieci giorni fa, allora non è più vero. E la foto con l’albero è vera?
Ciao Viz. Poi ti porto un altro piccolo fiore, o magari un micromazzetto…piccolo piccolo. Tanto per conservare un po' di assurdo e di sogno, senza il quale non sarei. Un piccolo cammino giornaliero.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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