martedì 13 ottobre 2020

Non dire, non fare, non leggere

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Tutto sbagliato perché andrebbe dimenticato. Questa forse sarebbe anche la tua opinione, Viz. Forse. Se vuoi essere scordata certamente, altrimenti ne dubito. Sicuramente alcune modalità del ricordo non le condividi.

Tornare in casa la sera tardissimo, dopo alcuni giorni di presenza e di discorsi, ma trovarla buia, fredda, vuota di te viva, e provare cose impossibili da dire se non a te, oltre a troppo altro per fortuna rimosso dal mio istinto di sopravvivenza e senza la mia volontà. Questo è esattamente ciò che non si deve dire, non si deve fare e poi, se si è già arrivati a tanto, non si deve leggere.

Scavare nel dolore non serve se poi non si risale di nuovo alla luce del sole e il dolore ritorna tranquillo nel suo buco, ad aspettare ma senza uscire per mordere, solo ad aspettare, perché esiste e non può fare altrimenti. Lo stesso dolore vorrebbe non esistere, ne sono sicuro. Si sente naturale, perché è così, ma anche profondamente innaturale se guarda il cielo azzurro. Cosa ci fa il cielo azzurro se il dolore esiste? Che senso ha essere felici galleggiando su millenni di dolore che si sono sedimentati sotto i nostri piedi, dolore giusto e ingiusto?

E come si fa ad essere storicamente oggettivi e distaccati davanti a ciò che tocca nel profondo? Qualcuno non perdona mai un assassino mentre qualcun altro lo fa. Ed entrambi hanno ragione. Ed anche sul dolore non so più come comportarmi. Alcune cose so che sono inutili e sbagliate. Chi me lo dice lo fa per sé stesso e non solo per me perché pure a me piace di più un viso sorridente, mi attrae maggiormente. Che sia solo questa la causa della rimozione? Nulla da fare. Le cose evolvono, vanno avanti con nuove difficolta come avviene in questi mesi, ma il vecchio dolore non si smuove dalle sue posizioni conquistate e mai lasciate da quasi quattro anni.

Sono ancora in mezzo al guado e vedo entrambre le sponde, quella lasciata e quella che dovrei raggiungere, ma non so dire a quale sono più vicino né se procedo sempre verso la stessa parte.

Conviene certamente fare viaggi invisibili, trovare motivi attuali di distrazione e ricordare nel modo più lieve possibile, senza interrompere il dialogo ma portandolo su temi più allegri. Non so cosa penserò rileggendomi, vorrei non aver avuto questi pensieri neri però. Questo so che l’approvi. Ciao, Viz.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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