Nel percorso di ricerca mai finita di un perché o una ragione ultima si attraversano momenti di pace nei quali sembra quasi che la meta sia vicina, o praticamente raggiunta. Servono queste pause, sono necessarie a recuperare le forze prima di ripartire. Ma è anche obbligatorio non illudersi mai di essere arrivati alla fine, esattamente com’è vitale continuare a cercare.
Mi viene da pensare che quando sarò fermato da qualche tutore dell’ordine che mi chiederà prima i documenti e poi spiegazioni sul perché la mia foto sui documenti non sia aggiornata io non potrò in nessun modo dare una risposta credibile e in tema. Prima di tutto la domanda sarebbe corretta se fosse realmente possibile avere sulla patente di guida la foto scattata il giorno stesso, mentre solo per sbrigare le pratiche burocratiche il tempo necessario per avere il documento dopo aver portato una foto recentissima è di almeno un mese. E poi non sarebbe il caso di mettersi a discutere di filosofia e di problemi spazio-temporali se si trattasse, nel caso specifico, di un divieto di sosta. Tuttalpiù potrei dire che ho occupato quello spazio per un tempo breve, non sufficiente a far maturare la sanzione, non a sostenere che io sono diverso ogni nuovo giorno, che ieri non esiste più, e domani la patente sarà ancora valida…
Niente da fare, insomma. Saremo costretti a cercare sempre un nuovo posto dove riposare, o ad accontentarci di quello nel quale ci porta l’abitudine, sinchè sarà disponibile.
Serve qualche cosa di solido, duraturo, capace di sostenere il peso del tempo che passa e di tutti quelli che il tempo lo rincorrono, senza raggiungerlo. E sono tanti, tantissimi. Ciao Viz. Poi ti porto un piccolo fiore, o forse l’ho già portato…
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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