domenica 25 ottobre 2020

Santa Vittoria

La sua spada venne forgiata da chi già aveva similmente servito Michele, e per lei curò non solo le caratteristiche della lega metallica e della leggerezza dell’arma ma vi mise il suo impegno massimo perché avesse una forma artistica mirabile. Chi vide quella spada, solitamente in occasioni non da invidiare, rimase colpito prima che dalla sua lama dalla sua bellezza. La santa non combatte il maligno o il drago, lei ha altri interessi. Lei difende, con forza e senza cedimenti. Non permette che avvenga ciò che non vuole avvenga. Non conquista terre né ricchezze, e neppure difende le terre e le ricchezze di chi magari le perde ingiustamente. Il contingente non le interessa se non riguarda la giustizia profonda, il senso del rispetto e dell’onore, forse l’idea stessa di amore. Non si parla mai di lei, nessuno ne ha le informazioni complete, e le notizie che la riguardano spesso dicono altro e sicuramente nessuno l’avvicina a Michele. Eppure è a lui che lei si ispira, alla sua mancanza di paura assoluta ed alla capacità di usare la forza, rappresentata dalla spada, per ottenere il giusto. Opporsi serve solo ad ottenere una soddisfazione momentanea, quando arriva, oppure una prematura sconfitta.

Ne lessi per puro caso in un libro, stanotte, e alla fine mi svegliai con le idee confuse. Quel libro non l’ho mai posseduto, e mai letto prima. Eppure l’ombra di lei mi è rimasta dietro le spalle, nascosta dalla luce del giorno. Forse materializza nella fantasia un mio bisogno di cura e di aiuto che troppi altri sentono, non mi illudo di essere solo in questo, ma lei c’è, e si è assunta quel compito. Non so se me lo merito, perché non sono solo io ad avere la sua attenzione diretta, e non capisco neppure come possa svolgere questa missione che si è assunta. Forse è sufficiente che io ci creda perché avvenga. Non diversamente da come mi è sufficiente leggere di Lazzaro per sentire che lui in qualche modo sul Po ci torna ogni volta che io percorro in auto la strada sul suo argine. Anche Mafalda a modo suo mi fa capire che la vita di un semplice autore di fumetti, oltretutto morto, conta molto di più di quella di un perfetto idiota tronfio e sparacazzate, ancorchè vivo. Sento che una spada leggera e gentile può essermi utile se tenuta dalle mani forti di chi mi potrebbe proteggere. Ciao, Viz.

Si arrampicò sull’albero e arrivò quasi alla sua cima. A oltre trenta metri dal suolo riuscì ad avere una visione sull’intera valle che si estendeva attorno, e sembrava immensa, in una leggerissima nebbiolina mattutina. Fu soddisfatto. Poi un richiamo gli fece alzare in alto lo sguardo. Un falchetto stava volteggiando sopra di lui e capì che il piccolo rapace, con la sua vista, vedeva molto più lontano. Si rese conto del suo posto, che stare sull’albero era pericoloso e che non sarebbe mai stato un falco ma solo un giaguaro.

 

                                                                          Silvano C.©   


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