venerdì 23 ottobre 2020

il pero e il cioccolato

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Cuneesi al rum, Tartufi al fondente nero, Cremini FIAT, 

Baci Perugina, Lindor al latte, Nocciolato di Piemonte, 

Mozartkugeln, Praline ripiene al liquore, 

Boeri Zaini, Tavolette lussuriose Novi, Nero nerissino, 

Gianduiotti Pernigotti, Ripieni al maraschino Vecli, 

Superlativi alla nocciola, Sogni d’Angelo,

 Carezze al gusto, Sublimazioni d’amore,

Libidine nera…


I cioccolatini, per ora, sono raggiungibili. In quest’incertezza micidiale data dalle previsioni impossibili su quello che ci aspetta tra una settimana, un mese o un anno il cioccolato resta una certezza. Lo so che tu lo hai sempre associato alla carenza di affetto, e questo me lo ripetevi in parte sul serio e in parte per prendermi in giro, con tutti i significati associati. Sono pienamente consapevole della funzione consolatoria del cioccolato, e della sua dipendenza prodotta. Del resto il cibo è troppo legato, nel mio caso, all’affetto, alla nostalgia, al ricordo delle persone. In passato sono ingrassato per anni solo per affetto, perché volevo riportare a casa parti della mia vita perduta, ed ho vissuto i piatti tipici della mia regione, legati alla mia famiglia ed agli amici, non come semplice cibo, ma come atto di compensazione, un doveroso richiamo alla loro presenza. In questi giorni di inizio freddo, in attesa dell’ora solare e quindi di giornate un po' meno luminose, il cioccolato ritorna. Vorrei comprarti tutti, assolutamente tutti, i vari tipi di cioccolatini che col tempo conoscemmo ed amammo, ma devo trattenermi, perché anche se li compro per te, e magari tu sorridi, poi non mi aiuti a consumarli, e questo non mi piace.

Ricordarai di sicuro quanti ne avevamo in casa in quel dicembre del 2016… talmente tanti che poi, prima che l’anno terminasse, alcuni li regalammo, ed erano tanti, a chi ti aveva seguito. Non avrei sopportato di vederli in casa troppo a lungo, non avremmo mai potuto consumarli tutti prima della primavera, volevano essere un legame alla vita ma avevano fallito la loro missione. 

Non so perché mi capita di associare il cibo alle persone, e per quale motivo in particolare il cioccolato ad alcuni momenti, ma intanto dimmi che cioccolatino vorresti, Viz, o preferisci un marron glacé?

Un albero da frutto decise, da grande, di diventare un pero, forse perché gli avevano detto che il formaggio è buono con le pere. Fu così che, appena gli fu possibile, fece fiorire i suoi rami e, con la stagione giusta, produsse belle e succose pere. La stagione dopo, in primavera, una ragazza si sedette sotto i suoi rami. Si dovette piegare un po', perché lui aveva ancora i rami bassi, ma riuscì ad accomodarsi bene sul masso vicino al suo tronco. Lei sfilò dalla piccola borsa a tracolla un cioccolatino con ripieno di pera. L’aroma arrivò all’albero, che da quel momento si innamorò della ragazza e del cioccolato dimenticandosi del formaggio.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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