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Cuneesi al rum, Tartufi al fondente nero, Cremini FIAT,
Baci
Perugina, Lindor al latte, Nocciolato di Piemonte,
Mozartkugeln, Praline
ripiene al liquore,
Boeri Zaini, Tavolette lussuriose Novi, Nero nerissino,
Gianduiotti Pernigotti, Ripieni al maraschino Vecli,
Superlativi alla nocciola, Sogni d’Angelo,
Carezze al gusto, Sublimazioni d’amore,
Libidine nera…
I cioccolatini,
per ora, sono raggiungibili. In quest’incertezza micidiale data dalle
previsioni impossibili su quello che ci aspetta tra una settimana, un mese o un
anno il cioccolato resta una certezza. Lo so che tu lo hai sempre associato
alla carenza di affetto, e questo me lo ripetevi in parte sul serio e in
parte per prendermi in giro, con tutti i significati associati. Sono pienamente
consapevole della funzione consolatoria del cioccolato, e della sua dipendenza
prodotta. Del resto il cibo è troppo legato, nel mio caso, all’affetto, alla
nostalgia, al ricordo delle persone. In passato sono ingrassato per anni solo
per affetto, perché volevo riportare a casa parti della mia vita perduta, ed ho
vissuto i piatti tipici della mia regione, legati alla mia famiglia ed agli
amici, non come semplice cibo, ma come atto di compensazione, un doveroso
richiamo alla loro presenza. In questi giorni di inizio freddo, in attesa dell’ora
solare e quindi di giornate un po' meno luminose, il cioccolato ritorna. Vorrei
comprarti tutti, assolutamente tutti, i vari tipi di cioccolatini che col tempo
conoscemmo ed amammo, ma devo trattenermi, perché anche se li compro per te, e
magari tu sorridi, poi non mi aiuti a consumarli, e questo non mi piace.
Ricordarai di sicuro
quanti ne avevamo in casa in quel dicembre del 2016… talmente tanti che poi,
prima che l’anno terminasse, alcuni li regalammo, ed erano tanti, a chi ti
aveva seguito. Non avrei sopportato di vederli in casa troppo a lungo, non avremmo
mai potuto consumarli tutti prima della primavera, volevano essere un legame
alla vita ma avevano fallito la loro missione.
Non so perché mi capita di associare
il cibo alle persone, e per quale motivo in particolare il cioccolato ad alcuni
momenti, ma intanto dimmi che cioccolatino vorresti, Viz, o preferisci un
marron glacé?
Un albero
da frutto decise, da grande, di diventare un pero, forse perché gli avevano
detto che il formaggio è buono con le pere. Fu così che, appena gli fu
possibile, fece fiorire i suoi rami e, con la stagione giusta, produsse belle e
succose pere. La stagione dopo, in primavera, una ragazza si sedette sotto i
suoi rami. Si dovette piegare un po', perché lui aveva ancora i rami bassi,
ma riuscì ad accomodarsi bene sul masso vicino al suo tronco. Lei sfilò dalla piccola
borsa a tracolla un cioccolatino con ripieno di pera. L’aroma arrivò all’albero,
che da quel momento si innamorò della ragazza e del cioccolato dimenticandosi del
formaggio.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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