Una citazione in latino che per
alcuni anni mi sono divertito a pronunciare per canzonare il tic di un mio vecchio
professore di liceo recita, in italiano, che ognuno è artefice del proprio
destino. Una frase scritta da un autore latino e che sottintende una certa
filosofia. E la filosofia mi è sempre piaciuta, anche quando arriva a risultati
assurdi.
La frase ricordata in sé non è
né giusta né sbagliata, semplicemente funziona solo in certe circostanze ma non
in altre. Non funziona, ad esempio, per chi rispetta ogni norma di prudenza e
viene travolto da un pirata della strada.
In sintesi, quindi, di cosa
sono artefice io, di quale fortuna o sfortuna, di quale disegno del destino?
Non ho alcuna risposta, perché il caso ci mette spesso molto di suo, senza
togliermi le mie responsabilità (meriti o colpe).
Sicuramente il mio ruolo di artefice
ne esce molto sminuito quando si tratta di vita o di morte, perché oltre a dover
subire e convivere con le scelte altrui (le mie non bastano quasi mai) ciò che
io ritenevo importante all’inizio, poi, a cose fatte, non è più lo stesso. Il valore
stimato, la strategia o l’illusione-passione non producono il desiderato.
Quindi non ho altra scelta che
continuare a cercarti, alternative o piani B non ne vedo. L’attesa diventa un
fattore protagononista, e rischio di adagiarmi in una condizione di non fare,
non scegliere, non espormi, non cercare, non andare. Tuttavia non mi annoio,
non mi riesce, neppure nei momenti di crisi più acuta, e non so questo cosa
significhi.
Mi accontento di progettare a
breve termine, come le previsioni meteo più sicure, quelle che arrivano al
massimo a dopodomani perché tentare di andare oltre è troppo aleatorio.
Tu, intanto, sai muovere la
mia bussola, e non è poco. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.