mercoledì 10 giugno 2020

Il montone


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So che appena sposto abbigliamento nell’armadio, oltre a sottopormi ad un compito che è doveroso e noioso, necessario e sempre fonte di microansie (Quella cosa mi andrà bene? E le tarme? Magari ormai è superata dalla moda da far ridere se la indosso…), tocco interi mondi che riposano e mi lasciano in pace solo se conviviamo pacificamente senza infastidirci e non li affronto direttamente.

Ho dovuto spostare pantaloni, dalla parte bassa a quella alta. Ho dovuto farlo, non volevo né avevo assolutamente progettato di toccare altro, però ho visto, e questo ha prodotto effetti.

Stanotte ho immaginato un trasferimento-viaggio-soggiorno in un appartamento solo molto vagamente familiare, e pensavo di dovermi lavare, quindi mi sono messo ad organizzarmi con ragazzini che mi giravano attorno e tentavo di far allontanare solo per poter avere la possibilità di farmi questa sospirata doccia. Tutto senza significato sino a quando ho aperto un piccolo armadio per cercare un asciugamano e ho trovato in una busta per abiti un giaccone pesante, conservato appeso e che mi ha subito ricordato quello di mia madre. Associazioni, mescolanza di piccoli incontri o dialoghi sempre meno frequenti perché sono meno frequenti gli incontri.

Immediatamente ho visto il tuo montone, e mi è crollato il sogno addosso, col peso della vita e delle ore di luce.

Lo so che non devo toccare l’armadio, lo so, ma stavolta, Viz, sai benissimo che la mia intenzione era innocente, non intendevo toccare nulla…


                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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