Ha ragione Onetti: bisogna rinunciare ai territori fisici
e abitare il
territorio dell’immaginazione.
(Luis Sepúlveda)
Quando tutto sembrava perduto,
gli era sufficiente spostarsi nel mondo laterale dove quel tutto era arrivato. Tra
le tante cose che solo con gli anni aveva capito, e non per merito o
particolare acume, quella era tra le più importanti. Decenni prima si sarebbe
messo a deridere chi gli avesse prospettato tali soluzioni decisamente ai
limiti e fuori dalla realtà.
Il tempo che era trascorso
però aveva fatto maturare i suoi frutti e lo aveva costretto a ripensare a chi,
uno dopo l’altro, aveva perduto per sempre. Alcuni per semplice inerzia e
disinteresse sociale, i casi meno gravi, quelli che ognuno deve mettere in conto
e che fanno parte dei rapporti umani. Altri per sue scelte colpevoli, quelle
che aveva operato seguendo il suo giudizio con una selezione anche cattiva e
feroce, ignorando o non approfondendo ciò che invece avrebbe dovuto conoscere
meglio. E intanto stavano aumentando anche coloro per i quali non esisteva
rimedio, che la Signora non permetteva di poter rivedere in questa vita.
Fatto sta che la situazione
ormai si era quasi capovolta. L’apparenza restava quella, la solita. Si vestiva
allo stesso modo, si alzava rispettando alcuni riti, percorreva le strade
conosciute, ma quella era solo l’apparenza esteriore. Il suo viso teso o
rilassato a volte lo tradiva, ma non sempre. La realtà è che parlava sempre più
spesso con chi gli camminava solo di fianco, invisibile agli occhi. La sua vita
la conduceva seguendo percorsi paralleli ma non nel senso euclideo del termine.
Se il suo riferimento non lo poteva vedere, questo non gli impediva di mantenerlo
vivo e presente, e questo faceva, semplicemente e naturalmente.
Chi si discostava troppo, o
gli impediva di concentrarsi o lo distoglieva o lo criticava non gli faceva
certo piacere, ma neppure si sentiva in dovere di prestargli attenzione. Vuol
dire, pensava, che pure tu te ne vuoi uscire dalla mia vita prima del tempo. Non
sarai certo il primo, e neppure l’ultimo. Malgrado tutto però, e questo deve
essere sottolineato, temeva sempre di sbagliare, di essere sul punto di
commettere errori irreparabili. Ed allora staccava dai pensieri inutili e
usciva, e sai benissimo dova andava, vero Viz?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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