Non è che mi
piaccia rigirare attorno ai sensi di colpa, e tento di fuggire da certi
pensieri. Recentemente mi riesce meglio di qualche anno fa, ma quelli
ritornano, di tanto in tanto, a reclamare attenzione.
Ecco. La chiave di tutto è
nelle parole ‘’reclamare attenzione’’. Nessuno dovrebbe essere spinto a
reclamare attenzione da nessuno, dovrebbe semplicemente riceverla nella dose
fisiologica necessaria al proprio personale equilibrio.
E quale sarebbe l’equilibrio
personale corretto di ognuno di noi? Circolo vizioso. Se si è sufficientemente
presenti nei confronti dell’altro, si capisce esattamente (a patto di non essere
del tutto incapaci) se ha a disposizione le attenzioni necessarie, e se quindi
il suo equilibrio è accettabile. Tradotto in linguaggio esplicito, mi
tengo e mi curo con costanza i miei sensi di colpa, conosco quasi tutte le mie
mancanze (tranne quelle che pietosamente il tempo rimuove dalla mia memoria, ma
di questo non ho colpe) e sono consapevole che tutti gli altri hanno le loro da
innaffiare nel giardino ma non mi sembra il caso di invidiare l’erba più verde
altrui, se è più verde.
Posso solo confermarti che mi
è impossibile essere proiettato solo verso il fuori da me, e che lo è sempre
stato. La mia generosità è sempre misurata. Mantengo un sano egoismo di fondo. Ed
in questo momento sto pensando che è esattamente questo che ha fatto finire il
tuo tempo prima di quello che mai avrei desiderato, e molto prima di quello
dato a me. Io il mio tempo l’ho egoisticamente speso per me e, in un certo
senso, risparmiato. Tu hai fatto l’opposto. O magari mi sto solo inventando motivazioni
razionali che non esistono, e allora scusami. Avrei dovuto sicuramente
dedicarti un po' più di tempo, e magari tutto sarebbe andato allo stesso modo,
oppure no. Non ridere, per favore, Viz. Oggi va così.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.