sabato 6 giugno 2020

Dedicazione



Seduto sulle tue ginocchia e riascoltare per un’altra volta la favola del somaro che caga denari, assaporandone le parole e anticipandole. Aspettare il momento nel quale le ginocchia si aprono e cado, ma solo per poco. Ritrovare il piacere della prima volta e il pari piacere della ripetizione. Ritornare al primo vero e grande dolore per un’assenza, perché ormai si tratta di assenza chiara, definitiva e certificata. Però, ancora per un po', la tua assenza viene notata, non sei sparito nel nulla dell’indefinito. Io ne conservo la traccia, so ritrovare alcuni segni e non mi perdo nel labirinto.

Un attore che non ho mai avuto il piacere di poter ammirare in scena, perché molti altri li ho visti ma lui putroppo no, raccontava che avendo iniziato a recitare in ruoli di persona anziana col passare degli anni non si sentiva invecchiare né avvertiva il bisogno di modificare il suo modo di essere in teatro. In questa situazione potè affinarsi, sino ad arrivare ad un livello di quasi perfezione. E se ora lo rivedo, mi sembra ancora la prima volta, e non vado a pensare che una di queste sarà l’ultima.

Mi hai dato i miei anni migliori, quelli che hanno dato un senso al mio non senso. Alcuni momenti belli li ho vissuti anche prima, ma così concentrati mai. Poiché poi la vita è una sola posso benissimo immaginare che quelli sono una fotografia attuale, non superabile, non ne avrei occasione né tempo per approfittarne né vero desiderio di realizzare altro. Da perfetto idiota, quando vivevo quei momenti, immaginavo ci fosse un altrove con alcuni aspetti migliori e adatti a compensare le mie fantasie. Debolezze umane, per alcuni, del tutto comprensibili e naturali, forse anche degne di perdono, ma non sono io che devo perdonarmi né giudicarmi, non ne ho diritto. Io posso solo capire e perdonare ciò che ho subito, non il resto. Posso sperare di averti restituito parte di quegli anni migliori, ed è quella la mia maggior consolazione, e che in tal modo tu non smetta mai di parlarmi.
                                                                  Ciao, Viz.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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