giovedì 18 giugno 2020

domani



Provo nostalgia per una dolorosa colica renale, per un mal di testa micidiale, per un intervento chirurgico, anzi, per più di uno. Sono nel pieno diritto di dirlo, perché è ciò che mi è toccato, e quindi in questo non vedo nessun rimpianto per ciò che ha fatto male ad altri, ma solo a me stesso.

Non è il dolore però che rivorrei indietro ma la cura che ricetti, e non mi riferisco a quella che mi dato la medicina.

E probabilmente in questo non c’è solo il ritorno ai primi anni di vita, all’origine, quando ero dipendente in tutto e per tutto da mia madre e mio padre, o a quelli immediatamente successivi, dell’amore ricevuto da mio nonno e mia nonna. Capisco anche il significato di queste parole appena scritte, ma non intendo approfondire l’argomento.

Nel momento del bisogno ho avuto chi si è preso cura di me, anche solo con una parola o uno sguaro, ed è questo che rivorrei indietro. In momenti analoghi e diversi qualcuno mi ha perduto per sempre, perché non mi ha dato la risposta che chiedevo. Quando un legame si interrompe nella sua natura più profonda il senso di tradimento, incomprensione e di detto-non detto prevale, e non è più possibile sanare, o perdonare. Ed anche perdonando nulla ritorna esattamente come prima, durante l’era dell’innocenza.

Ma perdo il filo, come mio solito, perché la realtà qui è una sola. Tutti abbiamo diritto a domani, a far progetti su ciò che avverrà considerando noi stessi parte attiva, importante, o comunque presente, fosse anche nel semplice ruolo di spettatori silenziosi e apparentemente assenti.

Sono arrivato persino a rivalutare il coma, non troppi anni fa. Ho dovuto capire che anche quella situazione estrema ha una sua funzione ed è importante, fosse anche per una persona sola, magari neppure la diretta interessata ma comunque la più vicina.

È necessario che sino alla fine ci sia un giorno dopo, un’ora dopo, un minuto dopo… assolutatente necessario. Anche Achille non poteva mai raggiungere la tartaruga, del resto, pur essenso lui incredibilmente più veloce, perché lei era in vantaggio, alla partenza, e mentre lui in un attimo aveva percorso 100 passi, lei, con uno solo, gli stava ancora avanti.

In tutto questo, Viz, mi hai perfettamente capito.

                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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