martedì 16 giugno 2020

Perché?



Il palazzo è enorme, grande come un ideale, e risale a molto prima di prima. Ha un numero imprecisato di stanze ed io, che lo frequento da quando sono nato, non saprei dirti quante sono, e qual è la più bella o la più grande.
Parlare di stanze poi è riduttivo. Ci sono saloni immensi col soffitto affrescato altissimo, con balconate e balaustre che si sporgono all’interno, simili in questo a grandi teatri. Ma non mancano salette e stanzette e camere piccole e ripostigli, ovunque. Moltissime finestre portano luce all’interno, quando fuori la luce c’è. Non posso descriverti ogni suo aspetto, semplicemente mi è impossibile perché non li conosco tutti.

So però che esiste una stanza, non so quanto grande né come collegata alle altre parti dell’edificio, dove vengono raccolte le domande.
Ora però non pensare ad un ministero con i suoi archivi, o ad una biblioteca con le scaffalature sia aperte al pubblico sia conservate in zone solo per addetti. Non pensare al tribunale che conserva i faldoni delle vicende umane, tragiche o solo tristemente ridicole. Quelle domande non attengono alla burocrazia inutile che ci tormenta nel corso della nostra vita tentando di distoglierci dalla realtà. La fantasia nata dalla mente malata di chi pensava di poter riordinare il mondo e dare regole universali per poter nascondere interessi molto più miseri e terreni non corrisponde e non ha nulla a che fare con le domande conservate in quella stanza.

Quella stanza, ripeto, io non l’ho mai vista, ma esiste.

Posso dirti solo della stanza più bella che ho visto io, o della più grande nella quale sono entrato, ma questo, se permetti, rimane un fatto privato tra me e Viz.

Quello che vorrei che tu capissi è che in quella stanza vanno a finire tutte le nostre domande, quelle che ci facciamo o facciamo agli altri da quando siamo al mondo e che non smettiamo mai di porci sino alla fine. E parlo di tutte le domande, quelle che hanno una risposta facile e quelle che invece non hanno alcuna risposta. Io sono convinto che ogni domanda, anche la più difficile, una sua risposta la debba avere, ma sono anche sicuro che probabilmente non la conosceremo mai.

Non so tu, ma io di domande ne ho talmente tante che almeno la parte in fondo di uno scaffale su una parete deve conservarle tutte, forse anche quelle che ancora non mi sono fatto. Perché mi chiedi? Appunto.


                                                                                               Silvano C.©   

(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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