Certo che l’ho visto con
piacere, e molto.
E poi mi sono perso nel suo
mondo, che in parte ha attraversato momenti tuoi che sono diventati miei, ed
ora devo trattenerli.
Ho provato poi molta invidia
per il fatto che lui non ha perso il suo riferimento, ed anche per la sua
umanità che gli ha permesso nel tempo di mantenere rapporti, amicizie,
collaborazioni.
Mi sono perduto in quella terra
di nuvole e solitudine dove la civiltà contadina, sino almeno alla metà del
secolo scorso ancora, si allungava e si difendeva.
Dire che è tutto vecchio
sarebbe troppo facile. È vero, prima di tutto, occorre dirlo. Tutto quel mondo
è vecchio. Peccato però perderlo, scordarlo, limitarlo a semplice storia da
superare. Il mio ricordo personale è diverso, tutti ne abbiamo uno nostro, non
interscambiabile, solo da mettere in parte in comune, perché le piccole vicende
sono poi quelle che contribuiscono a determinare quelle grandi.
Ed allora l’ho riascoltato con
enorme piacere, mi sono perso nelle sue parole e nella sua musica, mentre
raccontava come è nato quel CD che ti regalai ormai otto anni fa.
Mi è venuto un solo pensiero
fuori tema, tutto mio, lontano dal suo spirito o da quello che ho sentito, ed è
la considerazione che ogni giorno, immancabilmente ogni giorno, io mi sento immerso un po' nel mio inferno. Dura
qualche secondo o magari un po' di più, e non so che altre parole usare, ma non
me ne faccio un problema, solo questo.
Per il resto posso solo dire
grazie per quello che è stato, e malgrado tutto rimane. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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