Sempre più frequentemente mi capita di pensare o tornare a episodi vissuti negli anni giovanili. Addirittura mi rivedo in un capodanno di oltre sessant’anni fa, il mio ultimo capodanno a Porotto. Questo avveniva prima che la mia famiglia si trasferisse nella zona di via Bologna in una casa di edilizia popolare come capitava a tanti negli anni sessanta, gli anni del Boom. Ricordo non benissimo il gruppo di amici di allora, un disco di Celentano messo ripetutamente sul giradischi a fonovaligia, il Monopoli sul tavolo e quella casa nuova già col riscaldamento a termosifoni che noi avremmo avuto solo più tardi. Ripenso a un’amica di comuni amici persa di vista quasi subito, poco prima del mio trasferimento in Trentino, con la quale una sera uscimmo a cena verso il mare, ma non sono sicuro neppure che uscimmo a cena e ne ho scordato in parte anche il nome. E poi Oriana, sempre amica di amici, che andammo a trovare un giorno nella sua casa vicino a Bondeno dopo essere stati in vacanza assieme, lei col suo ragazzo, che morì poco dopo. Era giovanissima, e bella; la morte dovrebbe evitare queste cattiverie. Un’estate i miei affittarono un appartamento in un paese della riviera veronese del lago di Garda. Fu in quell’occasione che arrivai Trento la prima volta, prima di diventare a mia volta trentino di adozione. Chissà cosa mi porta queste immagini. Intanto ho smesso di venire a trovarti dove non sei più di una volta al giorno. So che è ora, ma un po' mi sembra quasi tradimento. Alla ricerca, forse sono alla ricerca. Di cosa dovrei però capirlo. Ciao, Viz.
Silvano C.©
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