Tra i bastioni fortificati del possibile, inaccessibili a chi non ne conosce perfettamente ogni cunicolo e passaggio, ogni stanza e ogni feritoia, ci si possono incontrare vivi e morti, persone che in qualche momento sono state in contatto con noi e che, arrivati ad un certo bivio del destino, hanno proseguito per altre strade. Ma non intendo restare troppo nel vago, penso a me e a te. E penso anche a tutto quanto è successo prima e non ha fatto scattare quello che scattò tra noi. È privo di senso immaginare che alberi ci sarebbero e quali frutti raccoglierei in un giardino mai avuto. E ovviamente il mio catalogo non meriterebbe la musica di Mozart, non è neppure un catalogo, è una successione di sogni e immaginazioni. Già citare questo catalogo nel mio caso sfiora il ridicolo, ne sono consapevole, ma il senso del mio ragionamento spero che diventi subito più evidente. Che potrei dirti che tu non sai? Probabilmente molte cose oltre a quelle che già ti raccontai, e questo perché per alcuni anni io cercai, consapevolmente o meno, e ogni volta mi fermai o fui fermato. E se invece avessi continuato e non mi fossi fatto distrarre da trasferimenti fisici o apparenti difficoltà? Niente. Così non si fa la storia, neppure la piccola storia personale. E allora quei nomi in parte li ho anche scordati ma non le emozioni, quelle sono mie per sempre. Alcune di quelle poche del mio misero catalogo sono ormai sparite, partite prima di me. E le altre sarebbe folle tentare anche solo di rivederle. Ciò che riposa non deve essere disturbato per una strana fantasia, meglio di no. E la fantasia è bene rimanga tale, lasciando il posto al mondo reale che continua a vivere come fa da sempre. Silvano C.©
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